Re Stefano

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Re Stefano – “La miglior medicina è la gioia di vivere”

Ho scoperto di essere ammalato di tumore del polmone quattro anni fa. Da alcuni giorni non mi sentivo molto bene e poiché avevo fatto la pleurite da piccolo temevo una ricaduta. Così il mio medico mi ha prescritto i raggi. Si è capito subito di cosa si trattava e sono entrato in cura presso il Day Hospital della Pneumologia dell’Ospedale A. Carle di Cuneo. La mia reazione di fronte alla malattia è stata pressoché nulla: ero malato e dovevo curarmi, non c’era tempo per piangersi addosso né volevo farlo. Ho sempre affrontato la vita con il sorriso sulle labbra e così ho continuato a fare.
Dopo ulteriori accertamenti ed esami i medici hanno ritenuto le mie condizioni di salute idonee per l’intervento chirurgico e il 17/03/1997 sono stato operato dal dr. Maurizio Quaranta.
Per oltre un anno e mezzo mi sono sentito molto bene, poi ho iniziato la chemioterapia. Cinque mesi di chemio! Non ho mai perso l’allegria né la gioia di vivere, bisogna lottare e tenere duro, e così ho fatto ancora una volta.
Subito si sono manifestati gli effetti collaterali tipici di questa terapia, nel mio caso si trattava di vomito che però è subito scomparso al termine del ciclo.
Ora, dopo quattro anni, sto bene. Sono un ottimista per natura e riesco sempre a trovare il lato positivo delle cose. Ho infatti continuato la mia vita di sempre, anche durante la cura e, quando le mie condizioni di salute me lo permettevano, lavoravo. Si può dire che non abbia mai smesso di farlo!
I miei familiari mi sono stati molto vicini in quei duri momenti e anche gli amici perché, credetemi, quelli veri non si perdono mai.
La mia fede nella Regina Pacis di Fontanelle mi ha dato forza e speranza di fronte alla malattia e ora guardo al futuro con gioia e serenità, spero di vivere bene e a lungo!

Vorrei dare un consiglio ai malati di tumore del polmone: non perdete mai la gioia di vivere, nemmeno nei momenti più dolorosi della terapia, è la via migliore per guarire. Ai giovani vorrei solo dire questo: non fumate. Lo so che è stato già detto più volte, ma non fumate. Io ero un fumatore. Ho smesso dieci anni fa, quindi molto prima di scoprire la malattia, ma mi sono ammalato lo stesso. Ci sono, è vero, altri fattori di rischio, ma il fumo è il principale. E infine un suggerimento: non si deve mai, per nessun motivo, perdere la gioia di vivere !…

Il commento del dott. Buccheri

Qualche anno fa, completai uno studio sugli aspetti prognostici del tono dell’umore e l’attitudine più o meno positiva con la quale il paziente si confronta con la malattia. Lo studio era basato su un’ampia casistica ed era stato eseguito con metodo rigorosamente scientifico. Inoltre, era fortemente innovativo, perché prendeva in considerazione un aspetto trascurato fin a quel momento. Quello studio, che per il suo indubbio interesse fu pubblicato sulla più importante rivista europea del settore, l’Eurpean Respiratory Journal, dimostrava per la prima volta che le persone “ottimiste” (quelle con alto indice di “Zung”, il parametro psicologico usato per misurare il tono dell’umore) avevano una prognosi significativamente migliore, a parità degli altri fattori prognostici. Non sappiamo perché, ma quello studio e tutti gli altri che lo seguirono, dimostrarono inoppugnabilmente che prognosi e tono dell’umore sono molto legati fra loro.
Il caso del sig. RS ne è un’ulteriore conferma. Purtroppo, l’intervento che avrebbe dovuto essere curativo, fallì nel giro di pochi mesi, ma il sig. RS non si diede mai per vinto, fu sempre ottimista e positivo, affrontò due linee di chemioterapia, alle quali seguirono lunghi periodi di benessere. Ancora oggi, pur avendo una persistenza del tumore, sopravvive mantenendo una qualità di vita invidiabile.

 

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