Francesco Armellini

Francesco Armellini

La mia piccola e grande storia personale, che ha segnato positivamente la mia vita, inizia quando nel 1995, dovendo compiere i miei primi cinquant’anni di vita e festeggiare il 25° l’anniversario di matrimonio, decisi di fare un viaggio di piacere con un’altra coppia di miei cugini. Effettuammo il viaggio in macchina ad Assisi (San Francesco) a Cascia (Santa Rita ) e Barletta (Puglia) con visita prevista a San Giovanni Rotondo (Padre Pio ) dove vivono i parenti di mio suocero nativo di Barletta, che, giovane militare, prese moglie ad Augusta dove si stabilì, anche perché lavorava da civile presso l’officina motori come capo operaio presso l’arsenale militare.
La prima tappa iniziò ad Assisi dove pernottai tre giorni. Successivamente mi recai a Cascia e anche a Roccaporena (città natale di Santa Rita ) visitando la stanza dove la Santa era nata. Ricordo che per un attimo sono rimasto solo in quella stanza perché mia moglie ed i miei cugini si erano allontani per recarsi sullo scoglio dove c’era la statua di Santa Rita degli ammalati. Appena uscii dalla casa, incontrai una persona che stava zappando un piccolo terreno senza nessuna vegetazione; la cosa che mi colpì e a cui anche tuttora ci penso è quel profumo di rose intenso, strano perché non vi era attorno traccia di rose. Comunque salii per il sentiero tutto in salita, raggiungendo mia moglie . Dopo Roccaporena, ci recammo a Cascia per visitare il Santuario, dove una Suora Siciliana ci fece visitare tutti i luoghi della vita quotidiana della Santa.
Quando fummo a Barletta, appena messo piede a terra sentii un fastidio e piccolo dolore sulla gamba sinistra tipica di Flebite (molto probabile l’affaticamento del viaggio in auto e della salita allo scoglio).
Quindici anni prima, nell’aprile del 1978 avevo subito un episodio di Tromboflebite alla gamba sinistra, curato domiciliarmente dal Professore Romeo di Catania. Dopo circa un mese era sopravvenuto un infarto polmonare nel polmone destro, curato positivamente in Ospedale di Augusta dal Dottore Ferraguto, primario di Medicina. Nel Luglio dello stesso anno ero stato ricoverato nell’ospedale di San Martino di Genova per accertare le vere cause dell’evento e le diagnosi successive. Allora venni dimesso dopo dieci giorni di accertamenti con la diagnosi di Sindrome post-flebitica con pregresso infarto polmonare da embolia.
Terminato il viaggio, tornato a casa, visto il perdurare del dolore al polpaccio, decisi su invito di mia Moglie di ricoverarmi in Ospedale.
Dopo una settima di degenza e una serie di terapia anticoaugulante, il dolore e la funzionalità delle arterie erano tornate nella normalità. Prima di dimettermi però (sarà un caso o la prassi ?) venni sottoposto ad una radiografia polmonare, a seguito della quale il Primario di Radiologia Dottore Pisani rilevava una opacità al polmone sinistro di circa 11 mm e richiedeva di effettuare una TAC al Primario di Medicina che però il Primario non volle eseguire, anzi mi consigliò di effettuare una Scintigrafia polmonare a pagamento (il tutto per far risparmiare all’azienda sanitaria quattrini).
A questo punto ho richiesto energicamente al primario le dimissioni del ricovero che sono avvenute la mattina seguente. Uscito dall’Ospedale mi recai dal mio medico curante, che mi consigliò di fare una Tac in una clinica privata del luogo, la quale confermò l’opacità di 11 mm. Mi fu anche consigliato di fare un prelievo guidato per una biopsia, cosa che rifiutai. Nei successivi giorni chiesi ed ottenni una visita con il Professore Panebianco, Chirurgico Toracico dell’ospedale Cannizzaro di Catania, il quale, vedendo la TAC effettuata nella clinica privata, affermò che non si trattava di TAC, ma di radiografia multipla. Si doveva procedere con una vera TAC. Cosa che feci all’indomani con il seguente resoconto nosografico : “Paziente di 50 anni in buone condizioni generali, non fumatore, con antecedenti di malattia tromboembolica ci viene inviato con reperto radiologico e TC di una opacità di medio polmonare sinistra a contorni irregolari senza linfoadenopatia ilomediastinica .Vista la localizzazione in pieno lobo superiore e le dimensioni esigue della neoformazione una biopsia TC guidata risulta rischiosa .In particolare le caratteristiche morfologiche della massa sono tali che è presente un fondato sospetto di lesione eteroplastica. Si consiglia quindi ricovero per valutazione cardiologia, spirometrica e broncoscopia in vista di una toracotomia.
Nel preparatorio venne eseguita la Staging per l’esclusione di eventuali localizzazioni secondarie. Alla fine dei riscontri medici e strumentali, decido di sottopormi all’intervento chirurgico, ma scegliendo un Ospedale di Milano, l’Istituto Nazionale per lo studio e la Ricerca dei Tumori, presso il Reparto di Chirurgia Toracica diretto al momento dal professore Gianluigi Ravasi, prima con visita ambulatoriale. Era il 6 settembre 1995.
Prima dell’intervento venni sottoposto a Broncospia che dà il seguente esito: “Nulla in trachea, arena affiliata mobile, non lesioni endoscopiche in entrambi gli emisferi. Spazzolato per citologico dell’apico dorsale del superiore sinistro con numerose cellule cilindriche ed alcune sottocilindriche bronchiali, alcuni macrofagi alveolari.
Il 29 dello stesso mese venni sottoposto ad intervento chirurgico dal Professore Ravasi con l’aiuto del Dottore Lequaglie di Lobectomia polmonare superiore sinistra, in toracotomia laterale per carcinoma bronchiolo alveolare (pT2N1M0, stadio I b).
Venni dimesso senza nessuna cura terapia riabilitativa, nessuna chemioterapia, solo controlli in follow up clinico-strumentali con risultati nella norma.
Durante i controlli nel mese di novembre del 2003, si riscontrava una opacità di 10 mm nel lobo polmonare inferiore sinistro con base di impianto pleurico il cui esito broncoscopico recitava : “Introduzione trans-orale dello strumento buona motilità delle corde vocali, non lesioni tracheali carena principale affiliata e mobile a sinistra esiti di lobectomia superiore, non evidenti lesioni oggettanti dalla trancia bronchiale. non lesioni ai limiti di visibilità in entrambi gli emisferi bronchiali”
Pertanto il tre dicembre 2003 sono stato sottoposto sempre all’istituto dei Tumori di Milano (diretto al momento dal Professore Ugo Pastorino ) ad un altro intervento chirurgico effettuato dal Dottore Giorgio Solli e dall’aiuto Delladonna di resezione trans-segmentaria del lobo inferiore del polmone sinistro, in blocco con l’arco laterale della quarta costa omolaterale, in retoracotomia laterale. L’esame istologico definitivo ha evidenziato un adenocarcinoma ben differenziato con aspetti papillari e produzione di muco infiltrante la pleura parietale (pT3N0Mo, stadio II B ). Vengo dimesso continuando il regime di follow up con i controlli clinico strumentali risultati nella norma fino al 2013 dove mi si comunica che il protocollo italiano non prevede più controlli. I controlli comunque li faccio lo stesso effettuando una radiografia polmonare ad Augusta una volta all’anno facendola controllare da un Oncologo locale, lo stesso mi ha prescritto una TAC totale da effettuare nel mese di Novembre.

Per concludere: se non avessi fatto quel viaggio in quei luoghi sacri, non si sarebbe rinfiammata la flebite, non mi sarei ricoverato in ospedale, dove guarda caso un bravo Radiologo scrupoloso ed attento si accorge di un’ opacità di 11 mm.

Se tutto ciò non fosse avvenuto (per opera divina o per casualità, come credente opto per la prima ), a cinquant’ anni, dopo che il male essendo silente avrebbe devastato gli organi, sarei sicuramente morto, come tantissimi colleghi e cittadini di Augusta che stanno subendo gli effetti di una Industrializzazione selvaggia, che ben conosco avendo io lavorato per circa 35 anni in un stabilimento petroilchimico come manutentore strumentale.

Una Radiografia, se pur fortuita, mi ha salvato la vita .
Allora concludo LA PREVENZIONE TI SALVA LA VITA!

 

 

 

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