L’importanza di aver fede e fiducia nell’affrontare la malattia. La mia storia lo dimostra.
Nel giugno del 2008 ero seduta in macchina in attesa di ritirare delle mie due figlie di 6 e 10 anni che erano ad un corso di danza. All’improvviso mi venne un pensiero terrificante: “penso di avere un cancro”.
Non era da me pensare ad una cosa del genere. Una volta all’anno facevo i soliti controlli femminili e una seconda visita a volte si è verificata, ma molto raramente. Cominciai immediatamente a sentire una strana sensazione intorno alla bocca e al collo.
Ho raccolto il coraggio di parlare a mio marito di questo pensiero “sciocco” ed entrambi sapevamo che dovevo andare dal dottore che mi avrebbe tranquillizzato. Senza sintomi fisici, ho preso comunque un appuntamento. Il medico ha ascoltato attentamente, mi ha esaminato e mi ha assicurato che stavo bene.
Alla fine mi ha mandato da uno psicologo che ho frequentato ogni lunedì per quattro mesi. Il suo compito era convincermi che non avevo il cancro e scoprire perché si era manifestato questo pensiero. Non ha funzionato. Nel corso di sei mesi, ho visitato 3 diversi medici, che mi hanno assicurato che stavo bene. Mi fidavo di loro, loro erano i dottori e io non lo ero e non avevo ancora sintomi.
Tuttavia la mia ossessiva esplorazione del collo mi ha portato a trovare un linfonodo. Su mia richiesta, mi sono sottoposta a una TC e alla biopsia e il 10 dicembre 2008 mi è stato diagnosticato un cancro ai polmoni.
Una scansione PET pochi giorni dopo ha riportato che avevo un tumore polmonare non a piccole cellule in stadio 3B inoperabile.
Avevo 3 tumori nel polmone destro, 2 nel sinistro, una massa voluminosa sul lato destro del collo. Il cancro era presente nei linfonodi sul lato sinistro del collo, sulle spalle e giù attraverso il mio bronco.
Non che faccia la differenza, ma non ero mai stata fumatrice.
La mia vita è crollata. Ho pianto per i miei figli e mio marito. Ho pianto perché non volevo lasciarli.
Mi è stato riferito da un oncologo che, quando ho chiesto se avessi visto crescere i miei figli, ha risposto “li vedrai crescere più di quanto farebbero con il tempo che ti rimane”.
Sapevo che avevo bisogno di trovare un nuovo oncologo. La mia prognosi era triste, tuttavia volevo che il mio medico credesse di avere almeno una possibilità, così abbiamo immediatamente trovato un nuovo oncologo che era uno specialista in cancro ai polmoni al Royal Prince Alfred Hospital di Sydney.
Mentre stavo facendo la chemioterapia, ho lentamente messo insieme il mio puzzle. Ho fatto delle ricerche e poi ho deciso di fare di tutto per affrontare la vita quotidiana. Cominciai a meditare ogni giorno, camminavo vigorosamente, mangiavo meglio che potevo, facevo l’agopuntura e molte altre cose; non erano cose che altre persone mi avevano detto di fare, erano cose che sentivo essere giuste per me.
Dopo tre cicli di chemioterapia dovevo fare una scansione TC. Ero più in forma e serena grazie alla meditazione quotidiana.
Sapevo che la notizia non sarebbe stata buona perché ormai potevo sentire due tumori alla destra del mio collo. La chemioterapia è stata una buona terapia per molti, ma non per me. Infatti il mio oncologo mi ha detto che il referto non era buono.
C’era però un farmaco di sperimentazione clinica s cui potevo accedere. Ho iniziato con il farmaco il 2 marzo 2009. Il 27 aprile ho fatto una TC che non ha mostrato alcuna presenza di cancro.
La sperimentazione clinica era terminata e ulteriori studi non sono stati fatti. Sto assumendo ancora il farmaco sperimentale (per ragioni compassionevoli) e resto libera dal cancro.
Tra le circa 2000 persone che avevano assunto il farmaco sperimentale, a detta del mio oncologo, solo due di noi avevano avuto risposta positiva. Straordinario!
Continuo ad eseguire tac mensili e visite periodiche di follow up presso il mio specialista.
Ho imparato tanto negli ultimi otto anni e vorrei condividere solo alcune riflessioni…
Trova le migliori cure mediche possibili. Abbi fede, fiducia, e gratitudine verso i medici che ti curano. Molto spesso le opzioni più semplici o più vicine non sono necessariamente le migliori.
Fai ciò che è giusto per te senza pensare agli altri.