Con l’Atezolizumab l’immunoterapia guadagna spazio anche nel microcitoma…

Con l’Atezolizumab l’immunoterapia guadagna spazio anche nel microcitoma…

In contemporanea con la prima presentazione a Toronto in occasione della conferenza mondiale sul cancro del polmone (WCLC- 2018), il 25 settembre di quest’anno, sono stati pubblicati -sull’autorevole New England Journal of Medicine (New Engl J Med) – i risultati dello studio IMpower133.   Si tratta di un ampio studio internazionale, finanziato da Hoffmann-La Roche / Genentech (la casa farmaceutica produttrice dell’immunoterapico oggetto di studio) che estende per la prima volta l’indicazione degli immunoterapici, in questo caso l’Atezolizumab, nel cancro del polmone a piccole cellule (SCLC) o microcitoma in malattia avanzata.

Qui sotto l’immagine della pagina del New Eng J Med contenente il titolo e l’abstract del lavoro, cliccando sul quale si più scaricare liberamente il PDF completo della pubblicazione.  Seguirà la nostra traduzione in Italiano dell’abstract e qualche mio personale breve commento.

Atezolizumab più chemioterapia nella prima linea di trattamento del cancro del polmone a piccole cellule in malattia estesa

L. Horn, A.S. Mansfield, A. Szczęsna, L. Havel, M. Krzakowski, M.J. Hochmair, F. Huemer, G. Losonczy, M.L. Johnson, M. Nishio, M. Reck, T. Mok, S. Lam, D.S. Shames, J. Liu, B. Ding, A. Lopez‑Chavez, F. Kabbinavar, W. Lin, A. Sandler,and S.V. Liu, for the IMpower133 Study Group*. I nomi completi degli autori, i titoli accademici, e le affiliazioni sono elencati nell’Appendice. Indirizzare le richieste di ristampa a Dr.Horn presso il Vanderbilt University Medical Center, 2220 Pierce Ave., 777 PRB, Nashville, TN 37232, USA, o inviare una mail a: Leora.corno@VUMC.org.

* Un elenco completo dei ricercatori del IMpower133 Study Group è fornito nell’appendice supplementare, disponibile su NEJM.org.

Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2018 su NEJM.org.

Copyright © 2018 Massachusetts Medical Society

INTRODUZIONE

Migliorare l’immunità delle cellule T specifiche per il tumore inibendo il ligando della proteina della  morte programmata 1 (PD-L1) e la stessa proteina (PD-1) ha mostrato di essere un approccio promettente nel trattamento del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso. Combinare l’inibizione del cpunto di controllo immunitario con la chemioterapia citotossica può avere un effetto sinergico e migliorarne l’efficacia.

METHODS

Questo studio di fase III è stato condotto in doppio cieco, controllato con placebo, con lo scopo di valutare l’efficacia della combinazione Atezolizumab più carboplatino ed etoposide nei pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) in stadio esteso, che non avevano precedentemente ricevuto alcun trattamento.  I pazienti sono stati assegnati in modo casuale con un rapporto 1: 1 per ricevere carboplatino ed etoposide più Atezolizumab o placebo per quattro cicli di 21 giorni (fase di induzione), seguiti da una fase di mantenimento durante la quale hanno ricevuto Atezolizumab o placebo (secondo la precedente assegnazione) fino a quando non hanno avuto effetti tossici inaccettabili, progressione della malattia (in base ai criteri di valutazione della risposta nei tumori solidi versione 1.1) o nessun beneficio clinico aggiuntivo. I due obiettivi primari dello studio erano la sopravvivenza libera da progressione, valutata dallo sperimentatore, e la sopravvivenza globale in base al criterio dell’ “intent-to-treatment”.

RISULTATI

201 pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo atezolizumab e 202 pazienti al gruppo placebo. Ad un follow-up mediano di 13,9 mesi, la sopravvivenza globale mediana è stata di 12,3 mesi nel gruppo Atezolizumab e 10,3 mesi nel gruppo placebo (rapporto di rischio per l’evento morte 0,70, intervallo di confidenza al 95% [CI], 0,54-0,91; 0,007). La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata rispettivamente di 5,2 mesi e 4,3 mesi (rapporto di rischio per progressione della malattia o morte, 0,77, IC 95%, 0,62-0,96, P = 0,02). Il profilo di sicurezza di Atezolizumab più carboplatino ed etoposide era coerente con il profilo di sicurezza precedentemente riportato per i singoli agenti terapeutici, senza che si siano osservati nuovi eventi avversi.

CONCLUSIONI

L’aggiunta di Atezolizumab alla chemioterapia nel trattamento di prima linea del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso ha comportato una sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da progressione significativamente più lunga rispetto alla sola chemioterapia.

(Finanziato da F. Hoffmann-La Roche / Genentech; IMpower133 ClinicalTrials.gov number, NCT02763579.)

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Con lo studio IMpower133 viene completata la triade dei lavori dedicato alla immunoterapia e pubblicati sullo stesso numero del New Eng. J Med. (quello del 25 settembre 2018).  Si tratta di un altro importante lavoro internazionale che valuta l’aggiunta della immunoterapia alla tradizionale chemioterapia per il SCLC esteso. E, ancora una volta, l’immunoterapia dà qualcosa in più.  In realtà non si tratta di miglioramenti eclatanti, ma reali e statisticamente significativi.  Un’altro passetto in avanti e nella giusta direzione.

Riepilogando, abbiamo già dimostrato che gli immunoterapici migliorano sensibilmente la prognosi del malati con NSCLC in stadio III e IV e ora sappiamo che fanno lo stesso nel microcitoma, una malattia che non vedeva progressi terapeutici da decenni… Cosa rimane da fare?…  Dimostrare che anche la terapia adiuvante post-chirurgica del NSCLC in stadio operabile può essere migliorata dall’uso degli immunoterapici, e così avremo completato tutte le possibili indicazioni nel cancro del polmone…

Scommettiamo che non dovremo attendere tanto, per  vedere un immunoterapico migliorare anche i risultati della chemioterapia adiuvante post-chirurgica?

Nel frattempo, consoliamoci del fatto che, davvero, abbiamo finalmente una nuova, seria opzione terapeutica per il SCLC…

Va detto che  il farmaco utilizzato in questo studio è l’Atezolizumab e non è del tutto corretto estendere questi i risultati agli altri immunoterapici, come tendiamo a fare anche noi….  Almeno, fino alla pubblicazione di nuovi studi eseguiti con altri farmaci.

Boves, 16-10-18

Gianfranco Buccheri

 

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