ALCASE Italia ha ricevuto, a metà del mese di dicembre 2018, l’invito a partecipare ad un workshop sullo screening del cancro del polmone. Il workshop si è svolto a Roma, presso la sede del Ministero della Salute, il 17 gennaio 2019.
In preparazione dell’evento, sono stati inviati il razionale che fornisce una visione aggiornata sul tema ed il programma.
Per ALCASE, hanno partecipato la Presidente, Deanna Gatta, ed il Direttore Scientifico di ALCASE, Gianfranco Buccheri.
L’intervento del dott. Gianfranco Buccheri
Breve report sul workshop
Scontata la consapevolezza di tutti i partecipanti a riguardo delle evidenze scientifiche a supporto dell’efficacia dello screening del cancro al polmone nella riduzione del numero delle morti conseguenti alla malattia. Tuttavia, per ciò che attiene l’implementazione di un programma di screening mediante TC del torace spirale a basso dosaggio, sono state poste delle osservazioni ostative su:
– la necessità di attendere la pubblicazione per esteso dei dati dello studio Nelson;
– la possibile disomogeneità della lettura radiologica delle immagini (necessità di formazione di radiologi esperti, o di letture centralizzate);
– l’utilità di far partire ulteriori PROGETTI PILOTA : Gianni Amunni per Reti Oncologiche- Marco Zappa per Osservatorio Nazionale Screening, Paolo Vineis (epigenetica e proteomica);
– la necessaria valutazione dei costi.
A riguardo dell’ultima questione (i costi), la dott. Giulia Veronesi riferisce di uno studio della Bocconi sul rapporto costi/benefici in cui si certifica che esso è inferiore allo screening della mammella.
Molti medici responsabili di studi di screening in Italia (Mild, Cosmos, Italung…) hanno relazionato sui loro progetti di screening, senza tuttavia dare indicazioni pro o contro lo screening istituzionalizzato.
Hanno espressamente chiesto l’attivazione di un programma di screening, da attivarsi nel più breve tempo possibile utilizzando protocolli già consolidati, le due associazioni di pazienti presenti: FAVO ed ALCASE.
E’ stato suggerito l’abbinamento dello screening con percorsi di disassuefazione dal fumo per i pazienti arruolati.
E’ stato presentato il percorso per l’HTA (metodologia di derivazione britannica, sviluppata per effettuare l’analisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di ogni nuova tecnologia) come un percorso ad ostacoli irto di pericoli. (????)
A conclusione della giornata si è dato mandato di procedere alla HTA con l’obiettivo di attivare programmi standardizzati in centri regionali di eccellenza da individuare in tutte le regioni con il reclutamento dei candidati allo screening affidato ai medici di base. Tali candidati dovrebbero essere:
– soggetti fumatori o ex fumatori dai 55 ai 75 anni;
– lavoratori a rischio (particolarmente, persone esposte ad amianto).
Si è auspicato un coordinamento di programmazione con gli altri stati europei.
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