Immunoterapia e tumore al polmone

Immunoterapia e tumore al polmone

Riceviamo questo articolo dalla nostra immunologa Dott.ssa Virginia Castiglia, PhD e lo pubblichiamo con molto piacere.

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Cos’è l’ immunoterapia?

L’immunoterapia è un trattamento che utilizza il nostro sistema immunitario per combattere diverse malattie, tra cui il cancro.

Questo può avvenire con diverse modalità: stimolando, o potenziando, le nostre difese, in modo che lavorino più duramente o più intelligentemente, oppure utilizzando sostanze create in laboratorio che aiutino a ripristinare o migliorare il funzionamento del sistema immunitario per trovare e attaccare le cellule tumorali.

Il sistema immunitario è un insieme di organi e cellule specializzate che concorrono a proteggerci da infezioni e da altre malattie. Le cellule immunitarie, infatti, viaggiano attraverso il nostro corpo ed ogni volta che incontrano sostanze esterne o germi le riconoscono come “estranee” e le attaccano. Allo stesso modo il nostro sistema immunitario è programmato per distruggere le cellule tumorali con cui viene a contatto all’interno del nostro organismo.

Purtroppo però non sempre questo accade in maniera efficace. Questo perché le cellule tumorali sono inizialmente cellule normali e sane, che poi vengono modificate o alterate e cominciano a crescere e moltiplicarsi fuori controllo; ecco perché il sistema immunitario non sempre le identifica come estranee.

In altri casi, il sistema immunitario riconosce le cellule tumorali, ma la risposta potrebbe non essere abbastanza valida da distruggerle prima che inizino ad aggregarsi e formare masse tumorali.

Le cellule tumorali stesse, inoltre, possono anche produrre sostanze o esprimere molecole sulla loro superficie che impediscono al sistema immunitario di trovarle e di attaccarle, come ad esempio la molecola PDL-1.

Per superare questo, medici e ricercatori hanno trovato il modo di aiutare il sistema immunitario ad individuare le cellule tumorali e a rafforzare le nostre difese innate.

Negli ultimi decenni l’immunoterapia è diventata una parte importante del trattamento di alcuni tipi di cancro. Nuovi trattamenti immunoterapici sono stati testati e approvati e tanti altri ancora sono in via di sviluppo e sperimentazione.

L’immunoterapia funziona meglio per alcuni tipi di cancro che per altri. Può essere utilizzata da sola per alcuni di questi tumori, mentre per altri sembra funzionare meglio se associata con altri tipi di trattamenti, quali chemioterapia o radioterapia.

La cosa importante da sapere è che utilizzare un farmaco piuttosto che un altro o in aggiunta ad altre terapie, viene stabilito dall’oncologo che ha in cura il paziente seguendo le linee guida internazionali ricavate dai dati clinici degli studi condotti e validati nel mondo scientifico.

L’immunoterapia nel cancro del polmone

Recenti studi clinici che trattano i pazienti con immunoterapia, da sola od in combinazione con altri trattamenti, hanno dimostrato un significativo miglioramento delle remissioni di lunga durata e deile percentuali di sopravvivenza ed hanno portato all’approvazione di diversi farmaci immunoterapici da utilizzare su pazienti affetti da cancro ai polmoni.

Esistono al momento diversi approcci immunoterapici approvati per il cancro ai polmoni:

Immunomodulatori:
Sono farmaci che bloccano delle molecole o recettori, chiamati checkpoints (punti di controllo), che si trovano su alcune cellule del sistema immunitario, come le cellule T e alcune cellule tumorali alle quali si legano molecole leganti. Esempi di recettori dei punti di controllo e delle molecole leganti che si trovano sulle cellule T o sulle cellule tumorali sono PD-1/PD-L1 e CTLA-4/B7-1/B7-2.
Questi punti di controllo normalmente aiutano a mantenere la risposta immunitaria monitorata in modo che non sia nè eccessiva nè insufficiente. Quando i recettori presenti sulle cellule T si legano alle molecole leganti presenti sulle cellule tumorali, le cellule T non riconoscono più le cellule tumorali come nemiche e non le attaccano più.
Immaginiamo il tutto come se la cellula tumorale stringesse la mano alla cellula T in segno di amicizia (una falsa amicizia, purtroppo). Inibendo il legame dei recettori alle molecole leganti con i farmaci di sotto elencati, blocchiamo questa “stretta di mano” permettendo nuovamente alle cellule T di riconoscere le cellule tumorali come nemiche e di eliminarle.

  • ATEZOLIZUMAB

    Atezolizumab (Tecentriq®): un inibitore del checkpoint che agisce sulla via PD-1/PD-L1; approvato per sottogruppi di pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule avanzato (NSCLC) e tumore polmonare a piccole cellule (SCLC), in entrambi i casi come terapia di prima linea.

  • DURVALUMAB

    Durvalumab (Imfinzi®): un inibitore del checkpoint che agisce sulla via PD-1/PD-L1; approvato per sottogruppi di pazienti con NSCLC.

  • IPILIMUMAB

    Ipilimumab (Yervoy®) è un inibitore del checkpoint che agisce sulla via CTLA-4/B7-1/B7-2 approvato per il trattamento del melanoma avanzato. È anche in fase di studio in una serie di altri tumori, tra cui il tumore polmonare non a piccole cellule e i tumori polmonari a piccole cellule. NelNSCLC, è stato studiato in combinazione con chemioterapia e altre immunoterapie. Anche Tremelimumab (un altro inibitore del CTLA-4) è in fase di sperimentazione.

  • NIVOLUMAB

    Nivolumab (Opdivo®): un inibitore del checkpoint che agisce sulla via PD-1/PD-L1; approvato per sottogruppi di pazienti con NSCLC e per quelli SCLC in stadio avanzato dopo il trattamento con chemioterapia a base di platino e almeno un’altra linea di trattamento.

  • PEMBROLIZUMAB

    Pembrolizumab (Keytruda®): un inibitore del checkpoint che agisce sulla via PD-1/PD-L1; approvato per sottogruppi di pazienti con tumore polmonare NSCLC, anche come terapia di prima linea; e per un sottogruppo di pazienti con SCLC.

Identificare alcuni biomarcatori come l’abbondanza di PD-L1 sulle cellule tumorali o il numero di mutazioni presenti nelle diverse cellule presenti nel tumore permette, in alcuni casi, di prevedere la probabilità che l’immunoterapia sia efficace. Tuttavia, ad oggi, non ci sono ancora biomarcatori che siano totalmente predittivi di quali pazienti risponderanno all’immunoterapia e di come e per quanto tempo funzionerà il trattamento.

Vaccini terapeutici

I vaccini antitumorali vengono sviluppati per “insegnare” alle cellule T a riconoscere e rispondere a specifici antigeni tumorali. Diversi vaccini sono stati testati in studi clinici sul cancro ai polmoni. Gli studi in corso stanno valutando se tali vaccini possono ritardare o prevenire il ritorno del cancro. Questo potrebbe aiutare i pazienti, il cui cancro è ad alto rischio di recidiva o di metastatizzazione. Sono anche in corso studi per il trattamento di pazienti con malattia avanzata. Come per altri tipi di immunoterapia, i vaccini sono ancora un nuovo approccio terapeutico in fase di sperimentazione.

 

Terapia adottiva con le cellule T (CAR-T cells Therapy)

Nella terapia adottiva con cellule T, le cellule T vengono rimosse dal paziente, portate in laboratorio e modificate. Una volta restituite alla persona, queste cellule T modificate possono riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questo approccio è ancora in fase di sperimentazione in diversi tipi di cancro, tra cui il polmone. La terapia adottiva con cellule T al momento è approvata solo per il trattamento di alcuni tipi di leucemia e linfomi.

Referenze:

Immunotherapy for lung cancer

Respirology. 2016 Jul;21(5):821-33. doi: 10.1111/resp.12789. Epub 2016 Apr 21.
-The next generation of immunotherapy: keeping lung cancer in check.  J Hematol Oncol. 2017 Apr 24;10(1):87. doi: 10.1186/s13045-017-0456-5
-https://www.cancer.gov/publications/dictionaries/cancer-terms/def/immune-checkpoint-inhibito

https://investor.lilly.com/news-releases/news-release-details/fda-approves-portrazzatm-necitumumab-specific-type-lung-cancer
https://www.cyramza.com/
https://www.tecentriq.com/
https://www.imfinzi.com/
https://www.opdivo.com/
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https://www.yervoy.com/

                                                                                             Dott.ssa Virginia Castiglia, PhD

 

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