Buongiorno Professore.
Vorrei condividere brevemente la mia esperienza e l’evolversi delle ultime settimane.
A mia madre viene diagnosticato il 3/10/19 un carcinoma polmonare non a piccole cellule con 2 metastasi cerebrali.
In seguito viene richiesto una biopsia per capire se ci sono delle mutazione visto che mia madre non fuma, nè beve etc…
Il risultato ci presenta una mutazione EGFR esone 19, nonchè PDL 1 al 45 per cento.
A fine ottobre 2019, inizia la cura con il GIOTRIF, con buoni risultati, addirittura al 4 mese c’è una riduzione importante del tumore al polmone.
Fino a febbraio 2021, tutto regolare; il farmarco tiene sotto controllo il carcinoma e gli esami del sangue sono sempre stati regolari.
Purtroppo, in seguito, c’è una progressione della malattia, con tanto di metastasi ossee in alcune aree del corpo.
A questo punto l’oncologa ci propone, vista la resistenza al farmaco, di provare con l’immunoterapia con cicli da fare ogni 21 gg.
Partendo dal presupposto che chiaramente non sono un medico, ho però delle idee e pensieri grazie anche al gruppo “Sconfiggiamo il cancro del polmone“, dove leggo che in genere quando c’è una resistenza al farmaco a bersaglio molecolare, viene richiesta un’ulteriore biopsia per capire se ci sono altre mutazioni (tipo la mutazione T790M) in modo da poter continuare con altri tipi di farmaci biologici.
L’Oncologa ha escluso il proseguimento con farmaci a bersaglio per le condizioni cutanee di mia madre, specialmente una brutta dermatite nelle dita e qualche crosta in testa, motivando la scelta che, avendo anche altri farmaci a bersaglio gli stessi effetti collaterali, sia opportuno non continuare con i farmaci mirati per evitare di iniziare una cura e poi interromperla per effetti avversi.
Mi chiedo, però, se sia opportuno prima continuare con le terapie a bersaglio molecolare, visto anche la loro efficacia e poi come terza linea l’immunoterapia?
E’ importante credo a questo punto sentire anche un secondo parere, non crede?
Grazie per la sua attenzione e per il tempo dedicato.
Edwin
Stim. Edwin...
nei casi come quello presentato, indipendentemente dal fatto che vi sia tossicità cutanea, tra l’altro tipica dell’afatinib, è fortemente raccomandato effettuare una biopsia liquida per valutare la presenza della mutazione T790M, una delle possibili cause di resistenza e, se negativa, è raccomandato ripetere una biopsia del tumore.
I dati oggi disponibili mostrano chiaramente come l’immunoterapia sia del tutto inefficace in questi pazienti e dunque non è indicata.
Generalmente offriamo l’immunoterapia solo se non abbiamo alcuna altra possibilità di trattamento.
Cordialmente
Federico Cappuzzo MD
Director Oncology and Hematology Department
Leave a Reply