Opzioni di chemioterapia per il carcinoma a piccole cellule del polmone

Opzioni di chemioterapia per il carcinoma a piccole cellule del polmone

CONTESTO (CHEMIOTERAPIA DEL CARCINOMA POLMONARE A PICCOLE CELLULE)

Principi generali:

 Il carcinoma polmonare a piccole cellule (o microcitoma ), caratterizzato da una intensa attività replicativa cellulare, è una neoplasia particolarmente sensibile alla chemioterapia.
 Un trattamento polichemioterapico rappresenta lo standard terapeutico del microcitoma, sia nella malattia limitata che estesa, in quanto più vantaggioso della monochemioterapia. Tuttavia la monochemioterapia rimane il trattamento di scelta per pazienti fragili, molto anziani ed in condizioni generali non ottimali.
 Il cisplatino o il carboplatino in associazione all’etoposide rappresenta oggi lo schema di riferimento nella terapia del microcitoma a livello mondiale.

Strategia Terapeutica:
Malattia Limitata. In caso di microcitoma polmonare in fase limitata (stadio I‐II‐III), in cui la malattia risulta essere confinata a livello toracico, è indicato un trattamento combinato chemio‐radioterapico (un totale di 4 cicli di chemioterapia + radioterapia 50‐60 Gy). La combinazione seppure efficace nel controllo della malattia (cisplatino ed etoposide) è in generale gravata da una maggiore tossicità (riduzione dei globuli del sangue, polmoniti…). Se si ottiene una buona risposta al trattamento chemio‐radioterapico va praticata la radioterapia profilattica (senza presenza di malattia) sull’encefalo per prevenire la comparsa di metastasi in tale sede.
Malattia Estesa. In caso di malattia estesa (stadio IV), trova indicazione il solo trattamento chemioterapico. La durata del trattamento è di 4‐6 cicli da definire sulla base della risposta di malattia. Anche in questo caso, se si ottiene una buona risposta di malattia, va praticata la radioterapia profilattica sull’encefalo. Nel caso di pazienti con metastasi cerebrali già al momento della diagnosi, se il paziente è asintomatico, è possibile effettuare inizialmente solo chemioterapia. Se, al contrario, le metastasi cerebrali sono sintomatiche, nonostante il trattamento anti‐edemigeno, va iniziata la radioterapia sull’encefalo seguita e solo successivamente avviata la chemioterapia. Purtroppo dopo il trattamento di I linea la maggior parte dei pazienti tende a recidivare. Trova allora indicazione, se le condizioni cliniche lo permettono, una terapia di seconda linea. La scelta del più adeguato approccio terapeutico è condizionata dal tempo dall’intervallo di tempo intercorso. Nei pazienti responsivi, ricaduti dopo un intervallo maggiore di 6 mesi dalla fine del trattamento precedente (definiti sensibili), è possibile utilizzare nuovamente gli stessi farmaci somministrati come terapia di iniziale. La percentuale di risposte è variabile e dipende dall’intervallo libero da malattia. Nei casi ricaduti più precocemente (<6 mesi) e definiti resistenti, è utile somministrare farmaci diversi. Il topotecan è ad oggi l’unico farmaco ad avere ricevuto una registrazione internazionale per il suo utilizzo in seconda linea. Per pazienti che non hanno beneficiato del trattamento iniziale perché subito progrediti o dopo un breve periodo dalla fine della chemioterapia (< 3 mesi) e che vengono definiti refrattari, la scelta terapeutica è più difficile e sono candidati per terapie sperimentali, se condizioni cliniche permissive.

Fonte: Associazione Italiana di Oncologia Toracica.


Buongiorno, dottore.
Le scrivo per avere informazioni sulla terapia per microcitoma dopo chemioterapia di I ciclo con etoposide e cisplatino per 10 cicli.
Dopo eccellente risposta con riduzione notevole della lesione polmonare e delle metastasi epatiche, si decide di sospendere per un breve periodo.
Alla TC di controllo, dopo aumento della lesione primaria, si rilevano metastasi surrenale e multiple lesioni cerebrali.
Si esegue trattamento radioterapico sulle lesioni con buona tolleranza.
Successivamente si decide una seconda linea chemioterapica con topotecan.
Le chiedo, data la risposta eccellente con il cisplatino e etoposide ed una ripresa della malattia alla sospensione degli stessi, si potrebbe continuare con questi farmaci, anche ben tollerati? Le linee guida indicano il topotecan in questa situazione ma ogni paziente dovrebbe essere valutato in maniera individuale, credo.
Una volta iniziata tale terapia non è più possibile fare altro? Non si può tornare indietro?
La ringrazio
Maria C.

Gentile Maria...

la durata del trattamento chemioterapico con etoposide e cisplatino è stata decisamente più lunga di quanto normalmente si fa nella pratica clinica dove generalmente la terapia viene sospesa dopo 4-6 cicli. L’aver proseguito per addirittura 10 cicli espone il paziente a un rischio maggiore di tossicità, soprattutto neurotossicità.
Inoltre, la ripresa di un trattamento con platino e etoposide viene valutato solo quando l’intervallo tra la sospensione della terapia e la nuova ripresa è di almeno 3 mesi. Nel caso specifico mi sembra di intuire che la scelta del topotecan sia ragionevole.

oncologia polmonare

Cordialmente

Federico Cappuzzo MD
Director Oncology and Hematology Department

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