Carissimi,
vi scrivo per sottoporvi un quesito che forse può interessare altre persone oltre che me e i miei amici coinvolti nell’evento che vi sto per raccontare.
Una domenica mattina delll’inizio di settembre, in una località che per il momento vorrei non menzionare, io e un gruppo di amici mentre eravamo dediti alla nostra pratica domenicale all’interno di un ex capannone agricolo assistiamo o meglio siamo coinvolti nell’incendio di un analogo capannone agricolo usato per lo stoccaggio di foraggi a pochi metri dal luogo dove ci troviamo.
Entrambi i capannoni hanno, o è meglio dire, avevano il tetto di eternit e l’incendio fa scoppiettare e ridurre in briciole il tetto del capannone coinvolto.
Alcuni di noi cercano di salvare il salvabile bagnando con una manichetta d’acqua irrigua le piante di bambù della nostra siepe e altri si prodigano per allontanare oggetti e persone.
Insomma, per vari motivi rimaniamo nelle immediate vicinante di questo incendio che continuava a spruzzare in aria frammenti di eternit per un paio d’ore.
Fin, qui i fatti. Il mio quesito è il seguente: E’ opportuno/necessario che io e tutte le persone coinvolte facciamo un controllo sullo stato dei nostri polmoni? In caso affermativo, che tipo di controllo dovremmo effettuare e dove nel Lazio?.
Spero di non aver abusato della vostra cortesia e vi ringrazio anticipatamente per la vostra risposta e in generale per la vostra esistenza.
Cordiali saluti.
Luciano Capitanio
Caro Luciano...
come forse sai già, l’inalazione di fibre di asbesto può provocare, a distanza anche di 30 anni, tre serie patologie: l’asbestosi (una fibrosi polmonare diffusa reattiva alla presenza di fibre di amianto nell’interstizio polmonare), il cancro al polmone ed il mesotelioma . La probabilità con cui una di queste condizioni si verifica è dose-dipendente, cioè, maggiore è il numero di fibre di amianto inalate, maggiore è la probabilità che ciò avvenga. Pertanto, è l’esposizione cronica all’amianto che più spesso, anzi quasi sempre, si correla con l’insorgenza delle patologie su ricordate.
Tuttavia, una esposizione breve, ma molto intensa, può essere avere le stesse gravi sequele. Ad esempio, un cittadino inglese, Roger Beale, sviluppò un mesotelioma 33 anni dopo una breve, ma intensissima esposizione all’asbesto. Roger aveva lavorato per solo 2/3 giorni in una fabbrica dove era stato richiesto di tagliare dell’asbesto senza alcuna protezione (mascherina, ventilazione ecc…).
La vostra è stata certamente una esposizione più breve e certamente meno intensa e, anche se nulla si può escludere al 100%, non dovrebbe provocare conseguenze a distanza.
Per quanto riguarda i test da fare subito per verificare un eventuale danno polmonare, consiglierei: una spirometria con diffusione del CO e una TC ad alta risoluzione. Ovviamente la eventuale non normalità di uno o entrambi i test va valutata tenendo conto di possibili precedenti patologie polmonari, ricavabili su base anamnestica o clinicamente documentate. Tali test possono esser fatti nei laboratori di fisiopatologia respiratoria e nei servizi di radiologia di un qualunque centro ospedaliero di buon livello.
Cordialmente,
Gianfranco Buccheri
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