Difficoltà diagnostiche…

Difficoltà diagnostiche…

Gent.mo dott. Buccheri,

screening Cancro polmoneprima di tutto mi congratulo con voi per questa organizzazione che credo faccia sentire un po’ meno soli coloro che soffrono di problemi ai polmoni e si trovano costantemente in stato di incertezza su quali siano gli accertamenti o le cure da fare. Non sono sicura che fosse questo l’indirizzo a cui rivolgermi per chiedere un consulto su un caso personale, ovvero quello di mia madre, ma anche se ho visto che ci sono tantissimi casi ai quali avete costantemente risposto, non sono intervenuta in altre discussioni, in ogni caso, se ritenete che debba spostare la mia domanda altrove, attendo suggerimenti!
Non credo che il caso di mia madre sia così diverso da tanti altri, in ogni caso, ci troviamo in una situazione di abbandono, in cui non è chiaro cosa dobbiamo fare.
Mia madre ha 67 anni e da qualche anno ha avuto problemi ad un rene che si è dilatato per restringimento del condotto tra il rene e la vescica, per questo motivo ha fatto una
tac toracica a marzo 2014 e l’esame ha rilevato un “sospetto focolaio broncopneumonico basale sx”, si attestava la presenza di opacità di tipo consolidativo in corrispondenza del lobo inferiore sn. Stria di ipoventilazione a carico della lingula e del segmento basale posteriore del lobo inferiore dx. Pervie le principali dramazioni bronchiali. Non segni di versamento pleurico.
Le è stato consigliato un ciclo di antibiotici e un controllo radiografico a 20 giorni e un’ulteriore TAC a distanza sino a completa guarigione del focolaio.

Eseguita la cura antibiotica, dai raggi effettuati il 29.03.2014: “Non risultano apprezzabili lesioni pleuroparenchimali con carattere di attività. Non risultano apprezzabili opacità parenchimali isolate nei vari ambiti polmonari bilateralmente.”
Il medico ci ha rassicurati che la polmonite era guarita ed era tutto a posto.

Sempre per problemi ai reni, ha effettuato una ulteriore TAC il 19.04.2016 dalla quale,risultava: “Nella piramide basale del lobo inferiore sn è presente una formazione iperdensa a morfologia irregolare ed allungata, di circa 4,5 x 2 cm, in continuità con alcune strutture bronchiali: quadro di non univoca interpretazione, tuttavia l’aspetto della lesione depone, in prima ipotesi per la natura benigna (broncocele ripieno di muco con associati fenomeni disventilatori). Cavità leuriche libere da versamento. Non si osservano alterazioni della densità del restante parenchima polmonare.icli linfonodi calcifici in sede sottocarenale ed ilare sn. Si consiglia nuovo controllo TAC tra tre mesi.

Ovviamente preoccupati, abbiamo consultato uno pneumologo, il quale, rassicurando mia madre sul fatto che non essendo cresciuta quasi per nulla in due anni, la formazione poteva non essere considerata un tumore al 90%, ma che risultava ancora qualche incertezza per il fatto che tra le due TAC c’era una differenza di uno, due millimetri quanto a dimensioni della macchia che tuttavia poteva essere ricondotta ad un errore di calcolo, consigliava comunque di fare una PET per essere sicuri al 100% che non si trattasse di tumore.

La PET ha dato questo risultato: …le immagini documentano un modestissimo accumulo del tracciante metabolico in corrispondenza della nota formazione nodulare del lobo polmonare inferiore di sinistra (SUV max 1.13); il dato metabolico non permette, tuttavia, di escluderne la natura eteroproliferativa. Si segnala, inoltre, una modesta attività metabolica in sede perilare polmonare omolaterale (SUV max 1.76)

Da successiva vsita con il pneumologo, ci ha semplicemente detto che non può dirce nè che sia un tumore, nè che non lo sia. Ha detto che mia madre potrebbe fare una biopsia con ago, ma che non darebbe comunque un risultato certo e potrebbe causare lesioni al polmone. In alternativa dice di attendere sei mesi e rifare una TAC.

Ora, io capisco che magari i dati non siano chiari, ma cosa dobbiamo fare? Mia madre, ovviamente, ha scelto di aspettare efare una successiva TAC, ma io non sono tranquilla, perchè mi chiedo aspettiamo cosa? che la situazione peggiori se è davvero un tumore? Possibile che non ci sia un esame che ci dia una risposta più attendibile? Da una polmonite, siamo passati ad una cosa ben più grave, ma non si sa se effettivamente lo sia..
Chiedo scusa per lo sfogo e per aver scritto una noiosa mail, so che non potete darmi una risposta via internet su quale sia davvero la diagnosi, ma desidero solo sapere che tipo di esami posso far fare a mia mamma per poter escludere o purtroppo informarmi sulle cure o eventuali asportazioni del nodulo polmonare.
Nel frattempo, nel mio piccolo, ho voluto contribuire ad alimentare la vostra attività, anche se la mia è una goccia nel mare!
Spero possiate darmi una risposta, nel caso, vi ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti.
Roberta Tonelli

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Cara Roberta...

Ho utilizzato questo titolo perché la medicina, a volte, e’ come la giustizia. Non sempre vi sono prove inconfutabili, ma tanti indizi più o meno convergenti. Come il giudice, il medico deve dare la sua sentenza che potrà essere anche di “assoluzione per assenza di prove”. In pratica, come forse avrà capito, non trovo errori nel giudizio del  suo pneumologo, e, più in particolare, nella sua accettazione di una momentanea diagnosi  di probabilità e non di certezza.

Oggi, ovviamente, è sempre possibile arrivare alla diagnosi istologica definitiva con un’agobiopsia transtoracica o transbronchiale ecoguidata, oppure se, questi primi tentativi bioptici non hanno dato esito positivo, mediante video-pleuroscopia o addirittura toracotomia esplorativa (vera e propria operazione che dà sempre la parola definitiva su qualunque ipotesi diagnostica).  Ma quando vi sono tanti indizi di innocenza (pardon, di benignità), come l’ aspetto radiologico che non è esattamente quello del tumore, la stabilità della lesione in due anni, la (praticamente) negatività della PET, vale la pena di affrontare il rischio insito nelle procedure diagnostiche di tipo bioptico?.. Forse si potrebbe ancora tentare (anzi in un centro molto attrezzato lo farebbero senz’altro) le agobiopsie cui accennavo prima, ben sapendo che una eventuale negatività non escluderebbe ugualmente la natura maligna della lesione al 100%.

Alla fine la scelta dipende principalmente dal malato, perché i pro e i contro dell’andare avanti subito con la diagnostica invasiva si equivalgono abbastanza ed è più la sensibilità individuale a fare la differenza (ansia per una diagnosi probabile ma non certa, volontà o meno di affrontare complicati, lunghi e a volte costosi addizionali iter diagnostici).

Infine un suggerimento: proponga al suo pneumologo di richiedere la determinazione serica di 2 importanti marcatori tumorali (CEA e CYFRA 21-1). Questi esami costano pochissimo (al SSN e al paziente perché sono semplicissimi esami del sangue) e possono dare preziose informazioni. Se questi fossero positivi (soprattutto il CEA foss a livelli molto alti) il sospetto di neoplasia diverrebbe forte, o anche molto forte. In tal caso, la diagnostica cruenta (le biopsie di cui si è già parlato) andrebbe affrontata subito.

Cordialmente,

direttore-medico-firma

 

Gianfranco Buccheri

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