Buongiorno, dott.ssa.
Mia madre due anni e mezzo fa ha iniziato la cura con immunoterapia in quanto le fu diagnosticato un tumore ai polmoni con metastasi allo sterno.
La cura immunoterapica in questi due anni e mezzo ha dato ottimi risultati: siamo ad oggi ad una situazione in cui il tumore interessa solo una parte del polmone, il resto è libero, le metastasi all’ultima pet con contrasto eseguita meno di 10 giorni fa sono sparite.
Ma a differenza della tac precedente il tumore è aumentato, quindi rispetto a tre mesi fa dall’ ultima tac si evince un aumento della massa.
Siamo quindi passati alla chemioterapia che inizierà domani stesso. Sarà una chemio fortunatamente leggera.
L’ unica preoccupazione è se riuscirà la chemio a frenare o magari ridurre il tumore. Inoltre l’ emocromo è molto basso, infatti lei è priva di forze. Le hanno prescritto delle fiale sottocutanee per l’ ossigenazione (ritenuta scarsa dagli esami che ha fatto) che, secondo l’oncologo, è la causa della spossatezza.
Mia madre ha 72 anni. Ci hanno detto che la chemio, come lo è stata l’ immunoterapia, servirà a farla vivere più a lungo.
Quando l’ immunoterapia non fa più effetto, la chemio potrebbe darle ulteriori possibilità? È possibile che dopo due anni e mezzo abbia perso la capacità di uccidere il tumore ? Pensavo che, essendo una terapia migliore rispetto alle terapie standard, le percentuali di efficacia e di durata fossero più prolungati.
La ringrazio in anticipo.
Flora
Gentile Flora ...
come da lei ben detto l´immunoterapia è una terapia nuova e all’ avanguardia. Purtroppo però, proprio perché nuova, nessuno sa ancora esattamente quali sono i fattori che fanno predire se un paziente risponderà o meno ad essa, e per quanto tempo.
Allo stesso tempo, nei pazienti che hanno una buona risposta, non si sa quando sia giusto sospendere il trattamento.
L´immunoterapia ha aperto una nuova fase delle terapie oncologiche, ma, ahimè, siamo ancora agli albori e per rispondere alle domande di sopra dovremmo aspettare di ottenere più dati tra qualche anno.
Nel caso di sua madre, se ha dei dubbi sul nuovo piano terapeutico proposto dal suo oncologo, le consiglierei di chiedere un secondo parere e di valutare così i rischi ed i benefici del trattamento da intraprendere.
Cordiali Saluti,
Dott.ssa
Virginia Castiglia
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