Buongiorno, dott.ssa.
A gennaio 2019 mi viene diagnosticato un adenocarcinoma non a piccole cellule, al IV stadio, con metastasi al mediastino e alla II e III costola.
Inizio terapia con pembrolizumab, avendo espressione del PD-L1 >50%.
A luglio 2019 si rileva progressione di malattia che viene trattata con 4 cicli di cisplatino e pemetrexed e successiva mono-terapia con pemtrexed sino a maggio 2020 quando, però, si riscontra una nuova progressione.
Inizio docetaxel a seguito del quale, dalla ultima tac di 15 giorni fa, si evidenzia ulteriore progressione di 5 mm aĺ primario ma regressione di un macro-nodulo, quindi si procede per altri 4 cicli.
Ho chiesto più volte se fosse possibile riprendere immunoterapia con altri farmaci ma l’oncologa dice di no, quindi ho deciso per un consulto con il primario all’istituto dei tumori che invece ha comunicato che nel caso di progressione a docetaxel sarebbe possibile, se aperta sperimentazione, procedere a protocollo di immuterapia.
È possibile, secondo lei, poter riprendere questo percorso?
La ringrazio.
Cordiali saluti,
Sabrina
Gentile Sabrina ...
se il paziente è già stato trattato con un inibitore di PD-L1 come pembrolizumab e si è verificata purtroppo progressione della malattia, allora non ha molto senso riproporre lo stesso farmaco o altri inibitori di PD-L1 ed il paziente deve essere trattato con la chemioterapia convenzionale come è stato fatto nel suo caso.
Qualora ci fosse nuovamente progressione, allora sarebbe importante informarsi circa le nuove sperimentazioni in atto con farmaci diversi dagli inibitori PD-L1 o con terapie alternative come la radioterapia e la chirurgia stereotassica.
Le lascio qui il link degli studi clinici attivi in Italia.
Le consiglio di guardare bene i criteri di eleggibilità e di discuterne con i suoi medici.
STUDI CLINICI ATTUALMENTE ATTIVI IN ITALIA
Cordiali Saluti,
Dott.ssa
Virginia Castiglia
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