Mutazione T790M alla diagnosi di NSCLC EGFR-positivo?

Mutazione T790M alla diagnosi di NSCLC EGFR-positivo?

Buongiorno.

receptor-tyrosine-kinases-36-728Ho letto con interesse l’articolo che illustra i progressi dei farmaci di 3 generazione TK.
Io ho un fratello affetto da NSCLC inizio IV stadio. Sta attualmente da circa un mese mezzo assumendo gefitinib. L’esame sulla mutazione recita come segue: mutazione nell’esone 19 (p.L747-A750delinsP).

Leggendo da profano sulla ricerca e scoprendo della possibilità che il tumore sviluppi resistenza all’inibizione EGFR, le rivolgo la seguente domanda:

– La mutazione T790M è una mutazione secondaria (insorgente alla resistenza) o è caratterizzante in modo per così dire primario il tipo di mutazione EGFR?. In altri termini, è correlabile con il referto “mutazione nell’esone 19 (p.L747-A750delinsP)” come possibile mutazione? Per la quale il Rociletinib si candiderebbe come farmaco di 3 generazione più efficace e magari in grado di bloccare la malattia in modo permanente cronicizzandola e garantendo la sopravvivenza nel tempo?

La ringrazio per un eventuale risposta e chiarimenti in proposito.
Cortesemente
D. P.

Caro amico...

Gentile signor D.,
La ringrazio per la sua domanda che mi dà l’opportunità di chiarire (se riesco..) una questione abbastanza complessa.

Innanzitutto, la mutazione T790M è una mutazione diversa dalla mutazione EGFR e quindi non dipende dalla sede genica (esone) in cui quest’ultima ha sede. Perciò, va ricercata con un procedimento laboratoristico a sè. Tuttavia, poichè si ritiene che la mutazione T790M è rara alla diagnosi e compare invece spesso durante il trattamento con inibitori EGFR di prima generazione (provocandone la perdita di efficacia terapeutica), tale mutazione non è ricercata alla diagnosi, ma solo alla comparsa di una resistenza ai vari Gefitinib, Erlotinib, o Afatinib… Dunque nel caso di suo fratello è stato corretto iniziare con Gefitinib, e attendere l’eventuale insorgenza di resistenza per passare al trattamento con i farmaci di 3° generazione cui le accenna.

Per rispondere poi alla domanda, più generale, con cui ho titolato l’articolo farei riferimento a QUESTO recente ed importante studio americano. In questo studio, su 987 tumori testati per la presenza di mutazione genetiche alla diagnosi di cancro del polmone, si riscontrò la mutazione T790M nel 3% degli adenocarcinomi e tale mutazione era sempre coincidente con la mutazione EGFR. I tumori con mutazione T790M costituivano poi il 13% di tutti quelli mutati per il gene EGFR (dunque, un valore non così basso come comunemente ritenuto…).
Cordialmente,
Gianfranco Buccheri

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