Gentile Dott.Buccheri,
le sottopongo un quesito che credo possa essere interessante anche a molti altri pazienti.
A mio padre, fresco e arzillo ottantenne, è stato diagnosticato un adenocarcinoma, già purtroppo metastatico con secondarismi encefalici.
Il tumore esprime un’aberrazione genetica EGFR esone 20 (una delle più difficili da trattate) ma anche una sovraespressione PD- L1 superiore al 50% (per l’esattezza 70%).
Tuttavia l’oncologo non ha preso minimamente in considerazione un intervento immunoterapico (Pembrolizumab, ad esempio) sostenendo che immunoterapia ha scarse possibilità di riuscita terapeutica in pazienti anziani (sopra i 70 anni, per intenderci).
Ciò detto e considerando che i pazienti metastatici sono presenti in percentuali rilevanti nella terza età, qual’è l’effettiva efficacia negli immunoterapici in pazienti anziani e in discrete-buone condizioni di salute?
Un ringraziamento anticipato per la sua disponibilità e un plauso alla sua competenza.
Fabio
Gentile Sig. Fabio ...
come lei giustamente sottolinea, la mutazione dell’esone 20 del gene che esprime l’EGFR è piuttosto rara (4-10% di tutte le mutazioni EGFR) ed è, purtroppo, assai poco responsiva alla terapia anti-EGFR standard (Mutazione dell’esone 20 del EGFR: quale terapia?).
Per tale ragione, nel caso di suo papà, la presenza della mutazione in questione finisce per essere un fattore ostacolante, piuttosto che favorente, il trattamento ottimale: terapia con anti-EGFR, no perché poco efficace; terapia con immunoterapici, no perché fattibile solo dopo una prima linea di trattamento con anti-EGFR… Come accennavo nell’articolo su citato, c’è sempre la possibilità di usare l’Osimertinib (il più più efficace fra gli anti-EGFR già approvati in questa particolare situazione) o di entrare in una sperimentazione clinica con nuovi farmaci anti-EGFR, per poi avere la via aperta all’immunoterapico…
Ma lei mi dice: “l’oncologo non ha preso minimamente in considerazione un intervento immunoterapico” … e vengo dunque al suo quesito.
Le dirò che sono francamente sono stupito da questa affermazione, perché mai sentita in precedenza. Al contrario sono veri alcuni fatti:
- Tutti i grandi studi internazionali sull’immunoterapia non anno mai avuto, fra i loro criteri di esclusione, l’età anagrafica avanzata (nessun limite in sù, molti escludono i giovani sotto i 18 anni).
- Nelle indicazioni all’immunoterapia approvate dalle maggiori Agenzie Governative sul Farmaco del mondo non si fa alcun accenno all’età anagrafica. L’EMA -ad esempio nel RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO Pembrolizumab,- in riferimento a situazioni come è quella di suo papà, dice testualmente: “KEYTRUDA in monoterapia è indicato nel trattamento del NSCLC localmente avanzato o metastatico negli adulti il cui tumore esprime PD-L1 con TPS ≥ 1 % e che hanno ricevuto almeno un precedente trattamento chemioterapico. I pazienti con tumore positivo per mutazione di EGFR o per ALK devono anche avere ricevuto una terapia mirata prima di ricevere KEYTRUDA”, non facendo né qui, né altrove cenno alcuno all’eta del paziente per il quale il farmaco è approvato.
- Un’analisi di 264 pazienti di età uguale o superiore a 75 anni, con TPS <50% (come é il suo papà), inclusi negli studi KEYNOTE-010, KEYNOTE-024, and KEYNOTE-042 e presentata al recente congresso ELCC-2019 di Ginevra, ha dimostrato una probabilità statisticamente significativa di sopravvivere un tempo DOPPIO con Pembrolizumab, rispetto alla sola chemioterapia.
- Infine, ad oggi almeno, dovrebbe valere per tutti gli oncologi la posizione ufficiale dell’ASCO che, dopo aver premesso che le conoscenze su benefici dell’immunoterapia negli anziani sono ancora insufficienti, dichiara testualmente che:
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- Older adults with good performance status appear to benefit similarly to single-agent checkpoint inhibitor therapy (i.e., PD-1 or PD-L1) as their younger counterparts.
- Overall toxicity appears similar both across landmark trials and in single-institutional studies…
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Spero di esserle stato utile.
Cordiali saluti,.
PS. dopo aver scritto questo articolo, ho scoperto che più di un anno fa la pensavo allo stesso modo: Immunoterapia anche negli ultraottantenni?…
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