Dottore buongiorno,
mia madre di 74 anni è affetta da adenocarcinoma polmonare avanzato già sottoposto a chemioterapia di I linea con cisplatino e gemcitabina, e successiva progressione di malattia polmonare e ossea, per cui si è iniziato il trattamento di seconda linea con nivolumab a gennaio 2016.
Attualmente in trattamento con acido zoledronico e ancora nivolumab. Mia madre sta bene e il tumore è regredito. A breve, concluderà il protocollo di 2 anni di trattamento in un ospedale di Verona.. Ecco ora ci chiediamo cosa dobbiamo fare? Perché non può continuare considerato che a lei l’immunoterapia sta dando buoni risultati? Ci hanno detto che non può continuare per ragione di costi: è così? possiamo comprare il farmaco e continuare privatamente?
Grazie e attendo la sua risposta
Francesca
Grazie per la sue domande, che credo possono ricondursi ad una: “Quale è la durata del trattamento immunoterapico, quando questo funziona?…” La risposta è semplicemente: NON SI SA. Non vi sono infatti studi randomizzati e controllati che abbiano studiato la durata del trattamento immunoterapico in pazienti responsivi. E’ chiaro, questi studi si faranno, ma il loro esito sarà disponibile solo dopo qualche anno dal loro inizio (così funziona la medicina delle evidenze e non è possibile ridurne i tempi che siano tecnicamente indispensabili). E allora?… In mancanza di chiare informazioni a riguardo, per evitare di somministralo a vita, si può pensare di sospendere il farmaco, dopo un tempo abbastanza lungo comunque, e ricominciarlo, facendo uno stretto follow-up, non appena si notino segni iniziali di malattia in ripresa. Nel caso della mamma, che va già avanti da 2 anni, potrebbe essere ragionevole farlo… Cordialmente, Gianfranco Buccheri
Cara Francesca...
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