Buongiorno dott. Buccheri,
sono un medico psichiatra ma scrivo come figlio di un padre di 72 anni non fumatore che in seguito ad un approfondimento per dolori muscolari è stato diagnosticato un Adenocarcinoma. Inizialmente la Tac non metteva in evidenza metastasi (con speranza di operazione ) ma con l’approfondimento con la PET il 27 Luglio si sono messe in evidenza “piccole” metastasi ossee, al surrene e al cervello. Ad un approfondimento è risultato positivo alla mutazione EGFR.
Dal 24 agosto ha iniziato ad effettuare terapia con Erllotinib cp 150 mg. Mio padre al momento sta clinicamente bene, con i naturali effetti collaterali dermatologici che inizialmente erano molto evidenti ma ora si sono stabilizzati. Ha effettuato al momento una iniezione con Zometa per le metastasi ossee e ne farà un’ altra tra un mese.
E’ stata fissata un controllo Pet in data 27 novembre.
Ho due domande?
1) non è presto per effettuare un controllo PET perché sono passati solo tre mesi pieni di terapia.? Inoltre il confronto viene effettuato con una Pet effettuata il 27 luglio e lui ha iniziato terapia il 24 agosto..nel frattempo in quel mese il tumore e le metastasi non potrebbero essere aumentate rischiando di darci un “falso negativo?”
2) Ho chiesto all’oncologa che ci segue nel caso che la Pet non ci desse i risultati sperati se poteva apparire utile provare con altro farmaco Iressa? La dott.ssa mi ha detto che in quel caso non avrebbe senso e mio padre dovrebbe fare una chemioterapia perché non potrebbe entrare nei farmaci di seconda generazione. Mi chiedo ma i farmaci Iressa e Erlotinib non hanno differenza nella loro efficacia ? Dovrebbe quindi fare la Chemio nel caso di risposta negativa o si potrebbe fare un approfondimento sulle mutazioni? Forse mi muovo troppo di anticipo e dovrei sperare in una risposta positiva a tale farmaco ma mi volevo muovere di anticipo..
Grazie
Caro amico...
Buon giorno, collega!
Normalmente, come ALCASE, noi chiediamo l’autorizzazione a pubblicare domanda e risposta sul sito o, in alternativa, un’iscrizione come socio sostenitore: http://www.alcase.it/contatti/ (qualora si voglia discutere più a fondo il caso clinico e si chiede riservatezza). Però ho notato che lei ha già fatto l’iscrizione come socio dell’associazione, per cui le risponderò subito e poi, se lo vorrà, pubblicherò il tutto.
Prima di entrare nell’argomento, quindi le do il benvenuto fra noi, e la informo che la sua iscrizione le darebbe il diritto di partecipare al meeting che ALCASE sta organizzando nel prossimo mese di novembre.
E vengo alle sue domande:
non è presto per effettuare un controllo PET perché sono passati solo tre mesi pieni di terapia? No, direi di no. Tre mesi van bene…poi certo i risultati andranno controllati dopo altri tre mesi, per poi passare a 6…
Inoltre il confronto viene effettuato con una Pet effettuata il 27 luglio e lui ha iniziato terapia il 24 agosto..nel frattempo in quel mese il tumore e le metastasi non potrebbero essere aumentate rischiando di darci un “falso negativo?” Qui ha ragione, il confronto fra TAC molto anticipata rispetto all’inizio del trattamento e 1° controllo post-trattamento deve tener conto di questa variabile non eliminabile nè quantificabile. Il successivo 2° controllo a sei mesi dall’inizio del trattamento sarà dirimente (nel caso non si vedano sostanziali variazioni nel primo confronto, quello a 3 mesi..).
Ho chiesto all’oncologa che ci segue nel caso che la Pet non ci desse i risultati sperati se poteva apparire utile provare con altro farmaco Iressa? Si potrebbe anche fare, ma la via maestra è quella suggerita dalla sua oncologa (più avanti il perchè).
Mi chiedo ma i farmaci Iressa e Erlotinib non hanno differenza nella loro efficacia ? Minima. Agiscono entrambi con lo stesso meccanismo d’azione sullo stesso recettore. E’ anche vero però che in letteratura sono segnalati casi (sporadici) di resistenza a un farmaco e non all’altro.
Si potrebbe fare un approfondimento sulle mutazioni? Assolutamente sì, questo è sempre consigliabile (http://www.alcase.it/2014/01/caris/), ma a questo punto consiglierei di farlo alla nuova progressione dopo una nuova biopsia (le caratteristiche geniche del tumore variano spontaneamente nel tempo, a seguito della terapia e sono espresse in maniera disomogenea nel tumore…).
Quella che segue è la strategia che le consiglierei di seguire è:
OK col Tarceva (e speriamo che tenga sotto controllo, anche senza grandi risposte obiettive, il tumore per un anno/due o più);
Alla progressione: RE-BIOPSIA e mappatura genetica completa (ancora oggi, se si vuole qualcosa di ben fatto in questo campo, bisogna farla fare all’estero: e subito dopo inizio della chemio fino a nuova progressione.
Nuova terapia con farmaco mirato (ottenuto mediante la mappatura genetica del tumore) o con Nivolumab (un immunostimolante veramente efficace, che in Italia, attualmente, può essere prescritto solo dopo chemioterapia:
Spero di esser stato chiaro e di aver risposto compiutamente a tutti i suoi dubbi.
Cordiali saluti, Gianfranco
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