CONTESTO
La radioterapia è un metodo di cura praticamente indolore di per sé. Nei casi in cui vengano utilizzati trattamenti palliativi risulta inoltre avere anche effetti collaterali minimi (ad esempio, modeste irritazioni cutanee della zona ‘bombardata’). Nei casi in cui invece vengano utilizzati trattamenti radicali si possono indurre vari tipi di effetti collaterali che si manifestano durante o nelle settimane successive il trattamento stesso (effetti collaterali di tipo precoce) oppure nei mesi o anni direttamente successivi al trattamento (effetti collaterali di tipo tardivo). Uno di questi effetti collaterali è la fibrosi, un indurimento dei tessuti e delle ghiandole linfatiche nella zona sottoposta a trattamento radiante.
La natura degli effetti collaterali dipende dall’organo trattato, da frazionamento, tasso di dose, tempo totale di trattamento, intervalli nel trattamento, volume irradiato, tipo di tecnica utilizzata. Ogni individuo può presentare delle reazioni proprie, rispetto alla quantità di dose assorbita; inoltre trattamenti successivi su stessi siti trattati in precedenza possono causare particolari problemi: ogni tessuto presenta una tolleranza massima alla radiazione, quindi trattare in periodi diversi dei tessuti, organi o apparati che hanno ricevuto la massima dose anche anni prima può causare vari problemi come effetti collaterali a lungo termine anche a distanza di diversi anni.
Gli effetti collaterali fisici comuni della radioterapia includono cambiamenti della pelle, la fatica e quelli a lungo termine. La maggior parte scompare dopo il trattamento. Ma alcuni continuano, tornano o si sviluppano in seguito. Questi sono chiamati effetti a lungo termine o tardivi.
Schematicamente, questa è la lista dei principali effetti collaterali:
Principali effetti collaterali acuti
- Leucopenia; danneggiamento dei tessuti epiteliali (radiodermiti e mucositi precoci)
- Infiammazione ed edema della zona irradiata
- Affaticamento
Principali effetti collaterali cronici
Questi effetti possono risultare anche minimi, e dipendono dal tessuto che riceve il trattamento:
- Radiodermiti tardive e fibrosi
- Perdita dei peli o capelli nelle aree irradiate
- Secchezza delle fauci
- Secondi tumori radioindotti o chemioradioindotti
- Lesioni del midollo spinale (rare, e solitamente a livello cervicale e toracico)
- Infertilità
- Radionecrosi
Buongiorno,
Desidero sapere se la piastrinopenia con piastrine molto basse può essere un elemento di preclusione alla radioterapia o e’ un dato ininfluente.
La ringrazio per l’attenzione. Angela
Gent. Angela...
in linea generale, la piastrinopenia di per sè non è una controindicazione alla radioterapia.
Nei casi in cui la piastrinopenia sia severa (es. < 10.000) e l’intento del trattamento radiante sia palliativo, può essere ragionevole sospendere il trattamento radiante e cercare di ottenere la palliazione con altre modalità.
Se invece il trattamento radiante ha finalità radicale, esso dovrebbe essere erogato anche nei casi di piastrine molto basse, magari con supporto di una trasfusione di piastrine.
Cordialmente,
dott. Marco Trovò
Direttore S. O. C. di Radioterapia Oncologica
Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale, Udine
NON SARANNO INOLTRATE ULTERIORI DOMANDE/ARGOMENTI DI DISCUSSIONE AL DR. TROVÒ
(che ha dovuto sospendere la collaborazione con ALCASE per impegni personali).