L’Istituto Nazionale dei Tumori dell’Ospedale Regina Elena di Roma (IFO) opera secondo le caratteristiche degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico in clinica, ricerca e formazione.
Federico Cappuzzo, esperto internazionale nella cura dei tumori polmonari e nuovo direttore dell’Oncologia medica 2° del Regina Elena, ha fortemente voluto la realizzazione di una serie di incontri per i pazienti, in diretta live sui social network, allo scopo di aumentare le conoscenze di chi è affetto da neoplasia polmonare e di chiarire eventuali dubbi e rispondere a quesiti di interesse collettivo.
ALCASE Italia per la lotta al cancro del polmone, che da sempre promuove progetti e campagne di informazione, aggiorna sui progressi della oncologia toracica e sulle ultime novità medico-scientifiche riguardanti la malattia, ha patrocinato e partecipato attivamente all’iniziativa. Il patrocinio di ALCASE si è aggiunto a quello della Fondazione per Ricerca Traslazionale (Fort), che sostiene la ricerca scientifica volta a sviluppare terapie oncologiche innovative e personalizzate.
Così è nato il programma delle video dirette “Gli esperti IFO rispondono.”
Le video dirette verranno mandate in onda, mensilmente, alle ore 18, sulla pagina Facebook di ALCASE Italia, secondo il calendario in calce e, ovviamente, saranno ampiamente pubblicizzati.
Programma delle video dirette
GLI ESPERTI IFO RISPONDONO
Introduzione: Deanna Gatta o Gianfranco Buccheri di ALCASE Italia
16 febbraio 2021: L’immunoterapia nel tumore al polmone: Rispondono alle domande dei pazienti
• Federico Cappuzzo, Direttore UOC Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Lorenza Landi, Direttore Medico Unità Sperimentale di Fase 1 Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Paola Nisticò, Direttore Unità di Immunologia e Immunoterapia Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
09 marzo 2021: Il microcitoma polmonare: Rispondono alle domande dei pazienti
• Giuseppe Sanguineti, Direttore Dipartimento Ricerca e Tecnologie Avanzate Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Federico Cappuzzo, Direttore UOC Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Paola Nisticò, Direttore Unità di Immunologia e Immunoterapia Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
08 aprile 2021: Terapie innovative nei pazienti con tumore al polmone: l’importanza delle mutazioni geniche: Rispondono alle domande dei pazienti
• Federico Cappuzzo, Direttore UOC Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Lorenza Landi, Direttore Medico Unità Sperimentale di Fase 1 Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Simonetta Buglioni, Dirigente Biologo Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
04 maggio 2021: Terapia del carcinoma polmonare non a piccole cellule: Rispondono alle domande dei pazienti
• Giuseppe Sanguineti, Direttore Dipartimento Ricerca e Tecnologie Avanzate Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Federico Cappuzzo, Direttore UOC Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Francesco Facciolo, Direttore UOC Chirurgia Toracica Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
08 giugno 2021: Tumori al polmone nei non fumatori: Rispondono alle domande dei pazienti
• Federico Cappuzzo, Direttore UOC Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Lorenza Landi, Direttore Medico Unità Sperimentale di Fase 1 Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
• Giovanni Blandino, Oncogenomica ed Epigenetica Istituto Nazionale Tumori IRCCS Regina Elena, Roma
Durante la diretta live “Gli esperti IFO rispondono” non sempre è possibile, per motivi di tempo, trattare tutti gli argomenti segnalati. Di seguito pubblichiamo le domande dei pazienti e le risposte degli esperti che non hanno trovato spazio durante gli incontri in diretta.
- IMMUNOTERAPIA (16/02/21)
- MICROCITOMA (09/03/21)
- MUTAZIONI GENICHE (08/04/2021)
- TERAPIA DEL CARCINOMA POLMONARE NON A PICCOLE CELLULE (04/05/2021)
Domanda: Samantha e Giovanni
Con l’immunoterapia è consigliato il vaccino per il Covid 19?
Risposta
Si, fortemente raccomandato
Domanda: Valentina
La Dott.ssa Nisticò ha detto che le mutazioni del tumore sono soggette a variazioni….allora perché in caso di fallimento di una terapia non si cercano nuove mutazioni?
Risposta
La ricerca di mutazioni aggiuntive è quello che oggi viene fatto nella pratica clinica a quei pazienti sottoposti alle cosiddette terapie intelligenti. Noi proponiamo una nuova biopsia al fallimento di tali trattamenti, quando tecnicamente possibile
Domanda: Valentina B.
Esistono dati sull’efficacia dell’immunoterapia in seconda linea, dopo una precedente chemio?
Quali sono i tempi di risposta dell’immunoterapia?
Quando si ritiene che ci sia pseudoprogressione piuttosto che progressione?
Risposta
Il concetto di pseudoprogressione oggi, nel tumore al polmone, è molto ridimensionato essendo un evento assolutamente non frequente. L’immunoterapia funziona anche in seconda linea ma i farmaci che sono attualmente approvati vengono di fatto usati in prima linea e non vi è evidenza che il loro riutilizzo sia efficace. L’immunoterapia, quando funziona, può agire anche rapidamente e già al primo controllo radiologico, in genere fatto dopo 2 mesi, si può verificare la sua efficacia
Domanda: Erika
In caso di controllo della malattia, bisogna continuare l’assunzione con regolarità ogni 21 giorni ad oltranza oppure potranno esserci momenti di interruzione?
Risposta
In genere si preferisce non interrompere la terapia
Domanda: Sabrina P.
Il microcitoma polmonare può essere trattata con l’immunoterapia?
Risposta
Si, oggi la chemioimmunoterapia è il trattamento standard di questa malattia.
Domanda: Mark E Marc
Un lungo trattamento di immunoterapia quali conseguenze può causare?
Risposta
Gli effetti a lungo termine sono meno noti rispetto a quelli che si possoono verificare nei primi mesi di trattamento. In genere il rischio di sviluppare eventi avversi è più basso e la tossicità maggiore è sulle ghiandole del sistema endocrino, cioè quelle che producono alcuni ormoni, sui polmoni e sul fegato.
Domanda: Alessia B.
Se pembrulizumab smette di funzionare dopo 28 cicli perché la malattia ricomincia a crescere quali scenari si aprono?
Risposta
Purtroppo oggi quando l’immunoterapia smette di funzionare può essere usata la sola chemioterapia. Sono comunque in corso numerose sperimentazioni con farmaci innovativi.
Domanda: Valentina C.
Quando l’immuno o chemio o eventuali associazioni non funzionano più, è opportuno rifare una biopsia per capire se è possibile che si siano presentate delle mutazioni che non erano presenti all’inizio del percorso della malattia? O non è possibile che si presentino?
Risposta
Al momento dopo la chemioimmunoterapia non è raccomandato fare alcuna biopsia al di fuori di studi clinici. Nella pratica clinica può essere consigliata se vi sono dei dubbi sulle caratteristiche biologiche della malattia.
Domanda: Valentina C.
Cosa si intende per pdl2?
Risposta
PD-L2 è una proteina che come PD-L1 si lega al recettore PD1 riducendo l’attività del sistema immunitario verso il tumore.
Domanda: Lorella S.
Mio marito ha uno squamoso 3 stadio pdl1 20% ha fatto 10 durvalumba ed il tumore ha ripreso a crescere.
Risposta
Putroppo una quota non trascurabile di pazienti non beneficia dell’immunoterapia, neanche quando il PD-L1 è espresso.
Domanda: Valentina C.
É possibile sapere il nome dell’integratore che si sta utilizzando nello studio!?
Risposta
Nel nostro studio utilizziamo il Quergin.
Riceviamo un ulteriore richiesta di chiarimenti che pubblichiamo
Domanda: Alessia
Buongiorno Professore.
La mia domanda riguarda le opzioni che ci sono in caso di fallimento dell’immunoterapia in prima linea.
Ovvero quando l’immunoterapico smette di agire (dopo essere stata efficace nella riduzione delle lesioni) e si rileva una progressione della malattia.
Nella diretta di martedì scorso dell’IFO i Professori interpellati hanno chiaramente detto che in caso di fallimento di immunoterapia in prima linea si può fare una nuova biopsia per cercare nuovamente mutazioni. Hanno anche dichiarato che proporre in seconda linea combinazioni di immunoterapici o combinazioni di immunoterapia e farmaco biologico rappresenta una strada alternativa alla chemioterapia tradizionale per i trattamenti di seconda linea.
Leggo successivamente nelle risposte che hanno detto a fine intervento il contrario.
Ho capito male io? E’ importante avere chiarezza su questo.
Cordiali Saluti e grazie di cuore!
Risposta
Gentile signora,
al fallimento dell’immunoterapia data in prima linea, al momento, nella pratica clinica, vi è indicazione a ricevere solo la chemioterapia. Altri trattamenti innovativi con nuovi farmaci o combinazioni sono indicati solo nell’ambito di sperimentazioni cliniche. L’indicazione a ricevere ulteriori biopsie vi è solo se esistono dei dubbi sull’attendibilità delle analisi di biologia molecolare effettuate in precedenza o qualora tali analisi non siano state precedentemente effettuate.
Federico Cappuzzo MD
Director Oncology and Hematology Department
Domanda: Luciano
Una domanda secca che chiederebbe speranza contro questo brutto male! Di microcitoma si può guarire?
Risposta
Benchè il microcitoma sia in genere una patologia molto aggressiva, le forme localizzate trattate in modo adeguato con chemioterapia e radioterapia possono potenzialmente guarire.
Domanda: Pamela
Il microcitoma è un tumore neuroendocrino, quello del mio papà è misto, piccole e grandi cellule. Come è possibile?
Risposta
La presenza di forme miste è abbastanza frequente nei tumori al polmone e non è sorprendente vedere forme neuroendocrine a piccole e grandi cellule. La terapia in questi casi è analoga alle forme a piccole cellule.
Domanda: Barbara
Si può guarire da un tumore al polmone ?
Risposta
Sì nelle fasi precoci di malattia. Nelle fasi più avanzate l’immunoterapia sta dando dei risultati molto incoraggianti in alcuni pazienti, soprattutto in quelli che hanno una regressione di malattia e anche in questi casi, con molta prudenza, si comincia a parlare di possibilità di guarigione.
Domanda: Irene
Adenocarcinoma, mutazione Egfr, poi resistenza T790M. Prima chemio, poi Iressa, poi Tagrisso da 14 mesi; quando non funzionerà più, vi è solo chemio?
Risposta
Al momento, al fallimento di Tagrisso, la chemioterapia è la terapia potenzialmente migliore. Vi sono anche dati che supportano un particolar schema di chemioterapia in associazione all’immunoterapia.
Domanda: Carlo
E’ possibile associare terapia genica +terapia immunoterapica?
Risposta
Se per terapia genica si intendono le terapie a bersaglio molecolare, la risposta al momento è no, non vi sono dati soprattutto di sicurezza che ne sostengono l’uso.
Domanda: Tonia
L immunoterapia è da escludere per me che ho la mutazione ALK?
Risposta
In presenza di alterazione di ALK.
Domanda: Annarita
Sono in possesso del materiale ricavato dall’esame istologico fatto tramite biopsia al tumore; dopo due anni è ancora possibile utilizzare il materiale per una seconda opinione?
Risposta
Assolutamente sì. Il materiale rimane adeguato.
Domanda: Marco
Nel caso si debba sospendere o smettere il pralsetinib, si può tornare alla chemio o quale altra terapia è prevista?
Risposta
Si, eventualmente si può considerare il pregresso trattamento se questo aveva prodotto beneficio.
Domanda: Tonia
Chi è ALK può avere altre mutazioni?
Risposta
Sì, possono esserci altre mutazioni.
Domanda: Piera
Dopo 6 mesi dall’ intervento chirurgico è ancora possibile avere risultati molecolari? Hanno fatto istologico in due istituti: Molinette e Candiolo.
Risposta
Sì, i test possono essere effettuati anche dopo anni dall’intervento.
Domanda: Daria
“L’ esame del sangue” per vedere se ci sono altre mutazioni è consigliabile farlo dopo un tot di anni dalla diagnosi? In cura da 3 anni con alectinib per adenocarcinoma 4 stadio e metastasi pleura. Pleura libera già dopo pochi mesi trattamento. Ora sembra tutto cicatrizzato e fermo da 2 anni. L aspetto più duro è vivere non sapendo se la cura farà sempre effetto e la paura costante che a un certo punto (ma quando?) non funzionerà più. Confidando in nuovi farmaci.
Risposta
No, in genere la biopsia liquida viene fatta quando si ritiene che il farmaco abbia smesso di funzionare per vedere se vi sono eventi molecolari che spiegano il fallimento terapeutico.
Domanda: Ambra
Mio marito con adenocarcinoma polmonare scarsamente differenziato non a piccole cellule, localmente avanzato T3, ha ottenuto, in sei mesi, la scomparsa di tutte le metastasi (mediastino e polmone sinistro) con keytruda più alimta e la riduzione di lesione primaria al lobo superiore destro. In radioterapia dicono di continuare chemio-immuno terapia per ridurre ultetiormente ma la creatinina è 1.60. Hanno aggiunto Fluimucil endovena alla terapia e ‘lavaggio’. Posso chiedere un vostro parere?
Risposta
Non ci è chiara la domanda che vuole porgerci. L’aumento della creatininemia è un evento che si osserva non di rado in corso a chemioimmunoterapia e può indurre a sospendere il trattamento.
Domanda: Domenico
Mia figlia di 29 anni ha un adenocarcinoma al IV stadio plurimetastizzato ed ha effettuato trattamenti farmacologici con Crizotinib, Brigatinib e da 4 anni assume Lorlatinib con ottimi risultati. Da 4 mesi però si è assistito alla comparsa di nuove piccole metastasi al fegato e l’oncologo ha abbinato chemio terapia senza platino. E’ ipotizzabile l’utilizzo di farmaci come Alectinib o prospettiva ? Osertinib in futuro , o quale?
Risposta
Per sapere quale farmaco utilizzare bisogna conoscere qual è l’alterazione molecolare alla base della malattia. Da quanto scrive, presumo sia presente un riarrangiamento del gene ALK per il quale osimertinib non è indicato. Alectinib ha poche possibilità di funzionare, viste le precedenti terapie. Considerata la giovane età non mi sembra opportuna una terapia senza il platino che rimane un farmaco di riferimento nel tumore al polmone.
Domanda: Alessandra
Per la mutazione kras g12c con PdL negativo quali opzioni di cura ci sono?
Risposta
Al momento la chemioimmunoterapia è il trattamento di riferimento con agenti anti KRAS, come il sotorasib, da usare in caso di fallimento.
Domanda: Janka
Durante follow up di adenocarcinoma colon, scoperto adenocarcinoma polmonare avanzato senza essersene accorti… Come è possibile…?
Risposta
Purtroppo in alcuni pazienti vi sono diagnosi di doppi tumori. Bisogna comunque sempre fare tutti gli accertamenti per escludere che un tumore sia in realtà la metastasi dell’altro.
Domanda: Sonia
Un pt1c n1 g2 trattato con intervento chirurgico radicale nell’aprile 2019, linfonodo 7r indenne, eseguita terapia adiuvante con cisplatino e gencitabina, quale probabilità di recidiva ho? E quale terapia farmacologica potrei fare per prevenzione?
Risposta
Il rischio di ripresa di malattia è consistente e questo è il motivo per cui è stato consigliato un trattamento precauzionale. Al momento non vi è indicazione a fare altro se non dei periodici controlli.