Tripletta di aprile del NEJM. Terzo studio: Nivo più Ipilimumab

Tripletta di aprile del NEJM. Terzo studio: Nivo più Ipilimumab

Il New England Journal of Medicine (nelle abbreviazioni: New Engl J Med o semplicemente NEJM) è la bibbia della medicina.  Tutti i medici ricercatori, di ogni disciplina e specialità, cercano di pubblicare su questa rivista americana perché un articolo lì publicato significa una visibilità che, per fare un esempio comprensibile a tutti, corrisponde a quella di un cantante che debutta a San Remo. Per i curiosi, cliccando sull’immagine sottostante si può apprezzare l’attuale classifica delle prime riviste mediche al mondo, anche se 20 anni fa ed ancor prima il NEJM era ugualmente al top…

Classifica mondiale dell’ Impact Factor (IF) per le riviste di Medicina

Ora, nel numero del 16 aprile 2018 del NEJM sono apparsi tre articoli scientifici, riguardanti l’immunoterapia del cancro al polmone.  Ovviamente, questi articoli hanno avuto una enorme eco, non solo scientifica, ma anche mediatica, e molti di questi echi sono stati ripresi e postati sui nostri social, in primis nella pagina FaceBook: ALCASE Italia per la lotta al cancro del polmone.

Qui riportiamo il terzo di questi articoli, che si può leggere in originale cliccando qui, o più avanti, sulla stessa immagine dell’abstract.

Si tratta di un amplissimo studio internazionale di fase III, randomizzato e controllato.  Lo studio ha reclutato oltre 2500 pazienti di ogni parte del globo, e quelli qui presentati sono i primi risultati di una serie di differenti dati attesi sul Nivolumab (Nivo) con o senza Ipimilumab, in  pazienti non-pretrattati con terapia medica, affetti da cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC) metastatico o recidivante, e con PD-L1 positivo, qualunque fosse il suo livello (<1%).   La sua realizzazione è stata possibile grazie al supporto finanziario della Bristol-Myers Squibb (Funded by Bristol-Myers Squibb and Ono Pharmaceutical; CheckMate 227 ClinicalTrials.gov number, NCT02477826).  Nel report appena pubblicato sul NEJM, i cui dati erano stati largamente anticipati e da noi ripresi in un recente articolo: CheckMate-227 trial: un altro duro colpo alla chemioterapia, il confronto era fra chemioterapia, Nivo da solo, Nivo più Ipilimumab,  e prendeva in considerazione il carico di mutazione tumorale (TMB).  Lo studio ha chiaramente dimostrato un importante prolungamento della sopravvivenza libera da malattia nei pazienti trattati con Nivo più Ipilimumab il cui tumore presentava un elevato TMB.

Grazie all’evidenza fornita dal gigantesco studio CheckMate227, si è facili profeti nell’affermare che presto FDA ed EMA approveranno l’uso della combinazione Nivolumab e Ipilimumab nel trattamento di prima linea dei tumori polmonari metastatici con elevato TMB (e, ovviamente, senza mutazioni attivanti EGFR/ALK/ROS1).

“…Progression-free survival was significantly longer with first-line nivolumab plus ipilimumab than with chemotherapy among patients with NSCLC and a high tumor mutational burden, irrespective of PD-L1 expression level”.

Segue l’immagine dell’abstract del lavoro, da cui -come già detto- si può accedere al file PDF del reprint dell’articolo, e lo si può persino scaricare se si vuole.

Nivolumab plus Ipilimumab vs. chemotherapy

NOTA SUCCESSIVA (Boves, 21/10/2109):

Dopo pochi mesi dall’uscita di questo articolo, gli stessi autori dello studio CheckMate 227 Clinical Trial ne hanno pubblicato, sulla stessa rivista medica, il NEJM, un aggiornamento dei dati: Nivolumab plus Ipilimumab in Advanced Non–Small-Cell Lung Cancer.   Sostanzialmente, anche per quanto riguarda l’obiettivo primario della sopravvivenza globale, si conferma un beneficio statisticamente significativo nell’uso della combinazione di Nivo più Ipilimumab rispetto alla chemioterapia in pazienti con NSCLC metastatico o recidivante dopo intervento chirurgico.  Il vantaggio è anche qui indipendente dal livello di PD-L1, e pure dal carico mutazionale tumorale.

Qui le conclusioni del nuovo studio, cui si può accedere cliccando sull’immagine del testo:

 

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