Spaventata dalla confusione della comunicazione

Spaventata dalla confusione della comunicazione

NOI MALATI DI CANCRO DEL POLMONE IN TEMPI DI COVID 19

Quando è iniziata la terribile vicenda del coronavirus, non ho ben realizzato cosa questa infezione comportasse per una malata come me di cancro al polmone, anche se le notizie che arrivavano dalla Cina erano terribili. Tuttavia come spesso accade, la situazione bisogna viverla sulla propria pelle per comprenderla a fondo.
Con il passare dei giorni e le notizie sempre più allarmanti che giungevano dalla zona rossa, la Lombardia, regione dove sono in cura, ho iniziato a capire che io e tutti gli altri amici del gruppo eravamo a rischio molto più di altri, visto che il virus interessa i polmoni. Cercavamo di consolarci l’un l’altro e di farci coraggio, anche se tutti ad un certo punto abbiamo capito che era necessario che ci fossero delle linee guida che ci tutelassero maggiormente, rispetto ad un cittadino qualunque.
Fortunatamente, grazie ad ALCASE, il ministero ha velocemente emesso le raccomandazioni dedicate a tutti i malati oncologici ed io mi sono sentita più rilassata. Sempre angosciata per il mio cancro, ma più protetta da chi doveva occuparsi del mio grave problema in periodo di estrema emergenza.

Però… queste tutele riguardavano me e me sola nella mia famiglia.
Ascoltando vari esperti, ricercatori e studiosi si continuavano a sentire le raccomandazioni che invitavano a non uscire dalla propria abitazione o solo nei casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati, raccomandazioni che non comprendevano però l’uso delle mascherine; dicevano che non erano necessarie, a meno che si fosse venuti a contatto con persone infette.
“Ma le persone infette ce l’hanno scritto in fronte?” pensavo.
Così, poichè le mie figlie a turno si dovevano recare a fare la spesa, ho cominciato a tormentarle con il ritornello ripetuto all’infinito.
E le mie figlie, che per cercare di calmare la mia ansia che stava diventando incontrollabile, hanno trovato un tutorial ed hanno realizzato delle belle mascherine monouso funzionali.
Riflessione personale: forse non raccomandano alle persone di proteggersi con le mascherine perchè non ce sono per tutti? Ma facendo così il contagio non si ferma.
Proprio stasera su una trasmissione Mediaeset ho sentito il presidente Fontana che sembrava giustificarsi di essere senza mascherina, perchè in ufficio era da solo.
Sono grata per ciò che tutti stanno facendo per l’Italia, ma continuo ad essere spaventata perchè con le persone in giro per fare la spesa o per altre necessità inderogabili, prive di qualsiasi protezione, il contagio potrebbe non fermarsi in tempi brevi, gli ospedali andranno in default e noi malati oncologici, fragili creature di cristallo, avremo spazi e tempi non adeguati per le nostre terapie.

Gabriella

 


Pubblicato anche su Notizeora dalla giornalista Angelina Tortora

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