NOI MALATI DI CANCRO DEL POLMONE IN TEMPI DI COVID 19
Abbiamo ricevuto due scritti sullo stesso tema e li pubblichiamo insieme
In questo periodo molto pericoloso per noi portatori di “Bestie” vorrei solo fare una considerazione.
Se c’è una cosa che mi darebbe tanto fastidio, è che, se fino ad oggi da circa 4 anni a questa parte sono riuscito a tener testa alla Bestia terribile che ho in corpo, un piccolo virus schifoso potrebbe portarmi via!
Teniamo duro anche a questo mostro e forza a tutti.
Paolo
Chi è malato di cancro del polmone sa bene cosa si prova quando o un radiologo o un medico magari giovane e impacciato o il tuo medico di famiglia ti comunica la diagnosi: la testa ti si svuota, il cervello non reagisce, non comprende, non realizza.
Un cancro del polmone? Quello mortale? Quello che ti porta via in 4 mesi? No, non è possibile…
Ed infatti, grazie alle nuove ricerche, ti viene concesso altro tempo, quel tempo che per noi malati è la vita, un tempo variabile che va da qualche anno a decine di anni… Beh, nessuno sa comunque quando è l’ora di lasciare la terra, quindi va benissimo … Si cerca di vivere al meglio, mangiando la vita… sì, mangiandola tutta, non sprecandola come potevamo permetterci di fare prima. Purtroppo c’è qualcuno che si lascia abbattere e questo non va bene, si fa del male, rende molto meno inefficaci le terapie…
Io sono un fortunello, come dicono gli amici: ero in stadio I e sono passato dallo choc della diagnosi allo choc di sapere che sarei stato operato la settimana seguente: lobectomia e via! Problema risolto? Non proprio. Le recidive sono sempre in agguato e quindi i controlli devono essere costanti e puntuali. Ma la tensione piano piano scema e ti senti quasi normale, quasi…
E poi… spunta costui, dal nome quasi regale, coronavirus, che altro non è che un parassita, che si insinua nei polmoni delle persone e li riempie di muco impedendo al paziente di respirare: per forza… se lo spazio lo occupa lui, l’ossigeno non entra più.
E’ partito in sordina questo essere ignobile, che neppure si può chiamare essere, perchè non ha una vita autonoma, né è capace di trasformare il cibo attraverso il metabolismo o riprodursi da solo; deve aggrapparsi ad una donna o ad un uomo e lo fa con una destrezza ed una velocità impareggiabile.
Lo spregevole ora intimorisce, fa paura a tutti, figuriamoci ad un malato di cancro del polmone o a uno come me che di polmoni ne ha uno e mezzo e proprio in superforma non è.
Quando una lieve, diciamo così, angoscia mi assale, dico a me stesso <Hai battuto il big killer! Ti fai spaventare da un volgare quanto miserabile virus? Neppure per idea!>
Ragazzi, amici del gruppo, abbiamo fatto e stiamo facendo l’impossibile per governare il cancro. Il covis 19 non può toccarci: rispettiamo al massimo le regole che ci hanno dato e seguiamo le raccomandazioni pubblicate dal Ministero per noi.
Vinceremo, sorridendo, insieme!
Giuseppe
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