Informiamo i medici di base sulle priorità per le diagnosi di contagio

Informiamo i medici di base sulle priorità per le diagnosi di contagio

NOI MALATI DI CANCRO DEL POLMONE IN TEMPI DI COVID 19

Tutti erano impreparati, tutti.
Ma dopo la sorpresa iniziale, i tecnici avrebbero dovuto dare indicazioni chiare, specifiche, indicare priorità, fornire istruzioni inderogabili, come sono state le iniziali ordinanze per la gestione ed il contenimento del contagio, a parte qualche successivo ripensamento postumo.
Conteniamo, sì, il contagio, ma aiutiamo anche chi ha problemi di salute.
I provvedimenti, le norme, le prescrizioni, i decreti sono arrivati a singhiozzo… e il più delle volte non sono stati del tutto chiari o per lo meno poco normativi.

Non parliamo del balletto mascherina sì, mascherina no.
Oggi fortunatamente viene detto, ma non da tutti, che per pensare al ripristino della normalità, è assolutamente necessario considerare che le mascherine chirurgiche dovranno fare parte del nostro guardaroba quotidiano. E perché non dirlo subito? Quante persone abbiamo mandato impreparati nella furia del tornado?

Ora, da una decina di giorni siamo al balletto tampone sì e tampone no.

Io, malato di cancro del polmone, che ho avuto e ho già problemi di spostamento per recarmi nella città di cura che non è quella di residenza, trasferta che mi riduce ad un fascio di nervi due giorni prima di recarmi alla struttura in cui devo eseguire la terapia, atteggiamento negativo di cui sono consapevole perchè rasenta una sindrome ossessiva compulsiva ma di cui non posso farne a meno, oggi… mi sento un pochino più sollevato.

Forse i miei impulsi mirati a proteggermi da eventuali contagi si attenueranno un poco, perché venerdì 3 aprile, è stata pubblicata una circolare che dovrebbe, in caso di sintomi sospetti, dare priorità ad un certo numero di categorie a testare la presenza dell’infezione da coronavirus.

Infatti viene ammesso che la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus ha carattere di urgenza quando si è di fronte a persone ad altissimo rischio.

Il criterio di priorità riservato a persone a rischio e fragili, tra cui pazienti con comorbidità quali malattie polmonari e tumori, mi ha fatto tirare un respiro di sollievo e mi ha alleggerito l’anima perché ho pensato “Se mi contagio, almeno posso avere qualche possibilità di cavarmela”, sempre che i medici di base ne vengano messi al corrente, perché sono sempre gli ultimi… sia ad avere attrezzature adeguate sia a conoscere le nuove disposizioni.

E’ solo un pensiero che voglio a tutti i costi interiorizzare per smettere di farmi del male e non pensare sempre che, se non mi uccide il cancro del polmone, mi può uccidere il maledetto virus.

Non voglio uscire dall’ospedale nella bara tra le decine di altre bare che partono dai cimiteri, ogni giorno, da tanti giorni. Non voglio morire, non ancora, ho fatto tanto per combattere il big killer. Sono troppo giovane per morire a causa di un insulso parassita che non cerco, da cui mi proteggo e che evito come la peste.
Temo però di non poter decidere io di prevenire la potenziale trasmissione asintomatica o presintomatica. Accade.

Spero tuttavia che il mio medico di base, in caso di una mia telefonata che segnali sintomi sospetti, reagisca con decisione e mi dia l’opportunità di essere sottoposto rapidamente e senza attese ad uno dei test. Io ci conto, come penso ci contino le migliaia di persone comprese nell’elenco delle priorità citate nella circolare.

 

 

Fabio

 

Dal 13 giugno 2024
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